A cura di Michele Trifiletti, Responsabile del Sistema dei Controlli Interni Chaabi Bank Succursale Italia.

Ogni eventuale parere espresso è personale e non vincola in alcun modo l’azienda.

La BCE ha pubblicato, in data 13 dicembre 2016, le raccomandazioni aggiornate sulle politiche di distribuzione dei dividendi e di remunerazione da adottare nel 2017 per l’esercizio finanziario 2016. (ECB/2016/44).

Mantenendo la propria linea generale, la BCE tiene conto tuttavia dei mutamenti regolamentari che obbligano l’autorità di vigilanza a operare una distinzione fra le tipologie di capitale di secondo pilastro che una banca deve detenere.

La BCE si attende che le banche adottino un orientamento prudente e prospettico nel decidere sulle rispettive politiche di remunerazione e di distribuzione dei dividendi, in modo da soddisfare tutti i requisiti patrimoniali, inclusi quelli risultanti dallo SREP1.

Nello specifico la raccomandazione, destinata ai soggetti vigilati significativi e i gruppi vigilati significativi, cosi come definiti all’articolo 2, punti 16 e 22, del regolamento (UE) n. 468/2014 (BCE/2014/17), e alle autorità nazionali competenti e le autorità nazionali designate per quanto riguarda i soggetti vigilati meno significativi e i gruppi vigilati meno significativi, come definiti ai punti 7 e 23 dell’articolo 2 del Regolamento (UE) n. 468/2014 (BCE/2014/17), prevede che:

1. Gli enti creditizi dovrebbero adottare politiche sui dividendi utilizzando ipotesi conservative e prudenti, in modo da rispettare, dopo ogni distribuzione, i requisiti patrimoniali applicabili e gli esiti dello SREP.

La raccomandazione prevede pertanto che gli enti creditizi sono tenuti a soddisfare, sia a livello individuale che su base consolidata, in via continuativa i requisiti patrimoniali minimi applicabili («requisiti di primo pilastro») e i requisiti patrimoniali imposti dalla decisione adottata a seguito dello SREP («requisiti di secondo pilastro»), nonché rispettare il requisito combinato di riserva di capitale secondo il principio del “fully loaded”, ossia tutte le riserve di capitale ai livelli fully loaded.

Con riferimento agli enti creditizi che pagheranno dividendi (indipendentemente dalla forma societaria adottata) nel 2017, in relazione all’esercizio finanziario 2016, la BCE identifica tre categorie di enti creditizi:

  • Categoria 1:

Gli enti creditizi che rispettano i requisiti patrimoniali di primo e secondo pilastro e hanno già raggiunto i propri coefficienti fully loaded alla data del 31 dicembre 2016, i quali
dovrebbero distribuire i propri utili netti in dividendi in modo conservativo, che permetta loro di continuare a soddisfare tutti i requisiti e gli esiti dello SREP anche in caso di condizioni economiche e finanziarie deteriorate;

  • Categoria 2:

Gli enti creditizi che rispettano i requisiti patrimoniali di primo e secondo pilastro alla data del 31 dicembre 2016, ma che non hanno raggiunto alla medesima data i propri coefficienti fully loaded, i quali

dovrebbero distribuire i propri utili netti in dividendi in modo conservativo, che permetta loro di continuare a soddisfare tutti i requisiti e gli esiti dello SREP anche in caso di condizioni economiche e finanziarie deteriorate. Inoltre, in linea di principio, esse dovrebbero pagare dividendi solo nella misura in cui sia garantito almeno un percorso lineare verso il soddisfacimento dei requisiti patrimoniali fully loaded e degli esiti dello SREP;

  • Categoria 3:

Gli enti creditizi che non rispettano i requisiti patrimoniali i quali in linea di principio, non dovrebbero distribuire alcun dividendo.

Qualora gli enti creditizi che non possono conformarsi alla presente raccomandazione in quanto ritengono di essere giuridicamente obbligati a pagare dividendi dovrebbero contattare immediatamente il proprio gruppo di vigilanza congiunto.

 

1 Lo SREP è il processo con cui la Banca d’Italia riesamina e valuta l’ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process); analizza i profili di rischio della banca singolarmente e in un’ottica aggregata, anche in condizioni di stress, e il relativo contributo al rischio sistemico; valuta il sistema di governo aziendale, la funzionalità degli organi, la struttura organizzativa e il sistema dei controlli interni; verifica l’osservanza del complesso delle regole prudenziali.