Recentemente è stata divulgata la Legge di Bilancio per l’anno 2025, dove è emerso che il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, attivo dal 2017 sotto l’egida della presidenza del Consiglio, non figura più. Tale fondo era sorvegliato da un Comitato interministeriale di indirizzo strategico, parte del quale sono anch’io, e che è stato riconfermato dal recente governo. In otto anni, questo comitato ha supportato finanziariamente 800 iniziative, coinvolgendo oltre mezzo milione di minori, e ha delegato la gestione operativa alla società “Con i bambini”, diretta da Marco Rossi Doria.
Tuttavia, non si deve trascurare che la questione della povertà, inclusa quella educativa, è stata affidata al Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali, di cui abbiamo recentemente discusso. Pertanto, è logico che in un periodo di razionalizzazione delle risorse, le diverse fonti di finanziamento siano state consolidate.
Il Piano suddetto è un documento di programmazione che stabilisce le azioni e gli interventi prioritari per combattere la povertà in Italia per il triennio 2024-2026. Questo documento rappresenta un piano nazionale che definisce i livelli essenziali delle prestazioni sociali. La povertà educativa minorile è particolarmente pericolosa perché colpisce i bambini nei loro primi anni di vita, il periodo più sensibile del loro sviluppo, causando ritardi che sono difficilmente recuperabili. Questo svantaggio è spesso “ereditato”, poiché è fortemente influenzato dalla situazione socioeconomica della famiglia e da altri fattori materiali che possono essere penalizzanti a seconda delle circostanze, come il contesto geografico di crescita.
Siamo a conoscenza che uno svantaggio iniziale può produrre effetti a lungo termine, innescando un circolo vizioso di povertà, perché i bambini nati in condizioni di svantaggio e ai quali vengono negate opportunità di apprendimento e di una vita indipendente e attiva, rischiano di diventare gli emarginati di domani. È essenziale adottare nuove modalità di intervento per risparmiare sui costi di gestione e per replicare progetti che hanno dimostrato buone pratiche a livello locale in contesti di disagio. È fondamentale ora non disperdere l’esperienza acquisita, monitorare lo sviluppo del Piano nazionale sostenuto da tutti i ministeri coinvolti e verificare l’approvazione della Conferenza Stato-Regioni, con la partecipazione di tutti gli attori sociali che speriamo si impegnino per la piena realizzazione.
È noto che un paese che non assicura diritti, doveri e opportunità uguali per tutti, reprimendo sin dalla nascita le aspirazioni dei bambini e il fiorire dei loro talenti, non è solo un paese ingiusto, ma è soprattutto un paese senza futuro. Inoltre, il Comitato strategico del Fondo non è stato recentemente convocato, come affermato da alcuni giornali – “a dicembre la prosecuzione dell’esperienza insieme ad Acri e al Forum del terzo settore e il viceministro Bellucci non era prevista” -, ma la situazione economica del governo e la necessità di razionalizzare le risorse giustificano questa scelta, lavorando insieme al settore pubblico e privato per una prospettiva sostenibile sia legalmente che socialmente ed economicamente.
Il problema della povertà che colpisce le famiglie e i minori in Italia è in rapido aumento, con un paese che mostra evidenti squilibri economici e demografici gravi, con quasi 1 milione e 400 mila minori che vivono in povertà assoluta e altri 2,2 milioni in povertà relativa. In un’epoca in cui la mancanza di nuove generazioni e l’importanza della conoscenza e delle competenze sono cruciali per l’economia, questo dovrebbe interessare trasversalmente tutta la politica e l’intero paese, rendendo necessari interventi permanenti e strutturali.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.