Che impatti avrà l’innovazione tecnologica nel settore bancario in termini regolamentari e di allocazione di capitale? Se ne sta occupando la Banca Centrale Europea (BCE).

Dopo aver parlato della consultazione pubblica chiusa nel mese di giugno dalla Commissione Europea, ci focalizziamo oggi sul documento Guide to assessments of fintech credit institution licence applications, disponibile da settembre sul sito della BCE.

Le novità tecnologiche nel settore, secondo la BCE, presenterebbero rischi differenti rispetto a quelli degli operatori tradizionali. Sulla base di tale riflessione, essa ritiene opportuno introdurre maggiori livelli di capitale e di liquidità per quei soggetti, con forte componente tecnologica, che chiedono una licenza bancaria.

Richiesta di nuove licenze per banche fintech

La richiesta di nuove licenze da parte di quelle che sono state chiamate “banche fintech” sarebbe tale da definire un modello di business, in cui produzione e distribuzione di prodotti e servizi bancari, si basano su logiche differenti grazie al supporto tecnologico.

Pertanto, la BCE sta valutando un processo ad hoc per la concessione delle licenze a questi soggetti (che possono essere o nuove società o anche banche già operanti e che si stanno convertendo all’utilizzo delle nuove tecnologie) che includano una valutazione specifica dei rischi legati al loro modello operativo.

Il rischio liquidità potrebbe essere più elevato rispetto agli operatori tradizionali per diversi fattori, come una maggiore volatilità della clientela, che ha una più elevata possibilità di muoversi verso altri competitors. Ancora, il fabbisogno di capitale potrebbe essere condizionato dalla numerosità di operatori, che può comportare strategie di prezzi aggressive o la necessità di cambiare velocemente i modelli di business.

La BCE sottolinea anche la necessità di maggiori livelli di capitale legati a rischi nuovi, strettamente connessi all’utilizzo della tecnologia e dell’outsourcing, che rende gli operatori ancora più vulnerabili agli attacchi informatici.

Definizione di banca fintech secondo la BCE

Un punto critico della consultazione potrebbe essere quello della definizione di “banca fintech”. La BCE fa proprio il concetto fissato dal Financial Stability Board (FSB), secondo cui si tratta della “tecnologia alla base dell’innovazione dei servizi finanziari che determina nuovi modelli di business, applicazioni, processi o prodotti e che produce un effetto materiale sulla prestazione di servizi finanziari”.

È possibile, però, che tale definizione non sarà sufficiente per capire quale debba essere considerato il confine effettivo tra banca tradizionale e banca fintech, soprattutto tenendo conto che la pervasività delle nuove tecnologie è tale da aver largamente condizionato anche il mondo dei prodotti e servizi bancari tradizionali. La stessa BCE, infatti, prevede la possibilità di un impatto delle linee guida nel framework della direttiva sui Capital Requirements, confermando che alcuni standard potranno applicarsi anche alle banche che non richiedono una specifica licenza “fintech”.

Aspetti da valutare per le future banche fintech

Sul lato delle risorse, le banche fintech dovranno avere del personale con una forte competenza e conoscenza della tecnologia e suggerisce anche l’introduzione della figura del chief information technology officer, nei comitati esecutivi.

Bisognerà capire almeno due aspetti:

  • da un lato, quanto potrà essere effettivamente conveniente per una banca di una certa dimensione e già operante nel settore richiedere una licenza come banca fintech;
  • dall’altro, quanto le regole più restrittive in termini di requisiti regolamentari non possano dimostrarsi vincoli troppo pesanti per quei soggetti che sono in startup e che stanno investendo in innovazione.

Infatti, secondo alcuni analisti, il mercato sarebbe particolarmente fragile, con un elevato livello di concorrenza ed un tasso di mortalità delle startup pari al 90%.

Supporto UE alle banche fintech

Poi, nell’ottica di colmare il divario con Cina (prima, con un mercato che nel 2015 era di 102 miliardi di dollari) e Stati Uniti (36 miliardi di dollari), proprio in questo periodo i ministri delle finanze dell’Unione Europea stanno discutendo di politiche comunitarie, al fine di supportare le società innovative nell’ambito della tecnologia finanziaria. Inoltre, l’80% del mercato del fintech europeo era locato nel Regno Unito, pertanto, dopo la Brexit si è posto il problema di come sviluppare il settore all’interno del continente.