Un’attività fiorente dietro le sbarre
Nel carcere di Brest è stata fatta una scoperta scioccante. I sorveglianti hanno sequestrato grandi quantità di merce illegale in una cella. Cinque telefoni cellulari e 300 grammi di cannabis sono stati trovati per la prima volta sabato scorso. Una seconda perquisizione, il 15 marzo, ha rivelato altri due telefoni cellulari. Gli agenti hanno anche sequestrato 70 grammi di cannabis. Vari oggetti collegati hanno completato il bottino. Un libro contabile scoperto durante l’operazione rivela l’entità del traffico. Il prigioniero guadagnava fino a 5.000 euro a settimana.
Consegne aeree ad alta tecnologia
Il modus operandi del prigioniero era particolarmente sofisticato. Utilizzava droni per consegnare la merce. Questo metodo sta diventando sempre più popolare nelle carceri francesi. Una fonte interna al carcere ha confermato un fatto allarmante.
Quasi una dozzina di droni sorvolano lo stabilimento ogni notte. Il giorno prima della seconda perquisizione sono stati sequestrati altri oggetti proibiti. Sono stati scoperti una lama di sega, un telefono e della colla. Questi oggetti si trovavano nell’area di isolamento sicura.
Un problema che va oltre Brest
Questo caso giunge in un momento preoccupante per l’intero Paese. Circa 16.000 celle sono ora dotate di tablet digitali ufficiali. Questi dispositivi consentono a 23.000 detenuti di accedere a determinati servizi autorizzati.
Ma ci sono state segnalazioni di abusi. Alcuni prigionieri si vantano di poter giocare online. Altri affermano di poter guardare film non autorizzati. Questi abusi sollevano interrogativi sul controllo digitale nelle carceri.
La reazione delle autorità
Di fronte a un numero crescente di abusi, il governo ha deciso di intervenire. Il Ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, ha preso provvedimenti immediati. Ha chiesto una moratoria sull’uso dei tablet nelle carceri.
È stata ordinata una verifica completa dei malfunzionamenti del sistema. Il caso di Brest illustra le sfide di sicurezza che le carceri francesi devono affrontare. L’introduzione di oggetti illeciti rimane un problema importante nonostante le misure di sorveglianza.
L’indagine continua
Le autorità carcerarie e giudiziarie continuano a indagare su questa rete. Stanno cercando di identificare i complici esterni del detenuto. I piloti e i fornitori di droni sono attivamente ricercati.
Gli investigatori stanno esaminando le comunicazioni telefoniche sequestrate. Sperano di smantellare l’intera rete. Questo lucroso commercio è una testimonianza dell’ingegnosità dei detenuti nell’aggirare le regole del carcere.
Conclusione
Il caso di Brest evidenzia le sfide costanti che il servizio carcerario deve affrontare. Con l’evolversi della tecnologia, si evolvono anche i metodi utilizzati per introdurre oggetti illeciti. I droni rappresentano una minaccia crescente per la sicurezza delle carceri.
Il caso di questo detenuto imprenditore illustra la redditività del traffico in un ambiente chiuso. Le autorità dovranno ripensare le loro strategie di sorveglianza. La lotta contro questi traffici illeciti rimane una priorità per mantenere l’ordine nelle carceri francesi.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.