L’oro raggiunge i 3.400 dollari l’oncia. Il dollaro scende ai minimi da febbraio 2020. Il rapporto dollaro/yen si attesta intorno a 140. E poi, un tweet enigmatico: La regola d’oro del negoziare e del successo: chi possiede l’oro fa le regole. Grazie! Autore del tweet? Donald Trump.
Sembra un racconto finanziario che potrebbe essere stato scritto da George Orwell. Questa era la realtà ieri a mezzogiorno. Una serie di eventi così concomitanti indica una sola cosa: sta per succedere qualcosa. È inevitabile. Troppi movimenti estremi affinché non si rompa qualche corda. Ma cosa?
Per comprendere il possibile punto di svolta nei mercati, è necessario adottare una prospettiva non convenzionale. Vi invito a considerare un’idea che potrebbe sembrare stravagante.
Che ne pensate del rapido declino del mitico Doge e del suo capo Elon Musk, un tempo favoriti dalla Casa Bianca, e ora caduti in disgrazia in meno di due mesi, tra insulti e voci di un imminente ritiro dalla politica attiva?
Considerate questa situazione. La SEC, l’organo di controllo del mercato statunitense, ha risposto con un simbolico ma deciso rifiuto alla richiesta di dati avanzata proprio dal Doge: L’accesso ai dati include email del personale, dati sul personale, contratti e sistemi di pagamento, secondo quanto riferito da fonti anonime, ci informa l’articolo.
Curiosamente, nessuno scandalo nei media. Nessuna indignazione sui social network. Nemmeno su X, di proprietà di Elon Musk. Potrebbe essere che siamo di fronte a una messinscena, una di quelle che solo gli americani sanno orchestrare e che solo gli europei sono così ingenui da ingoiare tutto d’un fiato come un bicchiere d’acqua in pieno agosto?
Ora osservate questa immagine. Come si suol dire, puntuale come un orologio. Se volessimo lanciarci in una descrizione da manuale di storia dell’arte, potremmo descrivere una natura morta di bilancio con rivelazione di una bufala sui dazi. Olio su tela. Anzi, inchiostro su carta. E inchiostro del Congresso, certificato.
Potrebbe darsi che i due mesi di celebrità globale del Doge servissero esclusivamente a preparare il terreno per una recessione macroeconomica, creando le condizioni affinché il grande gioco rappresentato da quelle cifre e quei grafici potesse avere luogo?
Il Congresso ha già preparato una legislazione d’emergenza per mitigare i danni annunciati dal Doge, inclusa una significativa aumento delle spese per interessi. Si parla di un aumento del deficit che potrebbe raggiungere i 5,8 trilioni di dollari entro il 2034, e di 1,1 trilioni di costi aggiuntivi legati agli interessi, che oggi già pesano più di Medicare e del Pentagono nel bilancio federale.
Elon Musk ora può essere sacrificato, ovviamente previo un risarcimento per il danno alla reputazione subito da Tesla a causa del suo impegno politico? O sarà sufficiente il ruolo strategico di X e, soprattutto, di Starlink a garantire la sopravvivenza del temerario imprenditore? Mentre noi parliamo, il Deep State agisce, miei signori. E nel profondo dello scontro tra le istituzioni del potere federale, il vero ruolo strategico sarebbe già stato assegnato.
La sicurezza che conta non è nei cieli o in rete. Questa è solo un’illusione. Lanciano razzi turistici nello spazio per mogli annoiate e pubblico invidioso e ingenuo. Ma il vero, nuovo El Dorado si trova lungo i confini terrestri. Palantir sta infatti sviluppando il programma Immigration Lifecycle Operating System – o ImmigrationOS – su incarico dell’Enforcement and Removal Operations dell’ICE. Entro il prossimo settembre il prototipo, entro settembre 2027 la piena operatività.
Monitoraggio in tempo reale dei flussi migratori. Il business dei business. Non a caso, ecco che la Corte Suprema blocca con precisione svizzera e clamore mediatico da stadio brasiliano le espulsioni dei clandestini venezuelani attualmente bloccati in Texas. Potere e contropotere. Nel cuore delle istituzioni del potere USA, è guerra, lo ripeto. Wall Street ne è il campo di battaglia decisivo. Ora, ripensate al no della SEC alle richieste di trasparenza e alla rapida perdita di popolarità del Doge, una volta ottenuto quanto necessario a livello macro e prima di toccare i veri nervi scoperti.
Unite i puntini proverbiali. E capirete implicitamente che qualcosa di inaspettato e senza precedenti sta per accadere.
Chiamatelo cigno nero, rischio estremo, evento di credito. Come preferite. Ma un tale dispiegamento preventivo di manovre di emergenza, dal Congresso pronto a estendere il deficit all’infinito rally dell’oro, passando per continui aggiornamenti dei piani di contingency per clearing houses e depositary houses, difficilmente avviene per mero spirito di prudenza.
Silenziosamente, il sottobosco del Sistema sta preparando trincee e bunker per un reset.
Gli 8 miliardi di flussi in entrata negli Etf sull’oro della scorsa settimana, un record assoluto per un periodo di sette giorni da quando si iniziano a tracciare le serie storiche, sembrano suggerirci che quello in atto sia il segreto peggio custodito nella storia del mercato.
La Bank of Japan non può sostenere un dollaro in continuo calo e mantenere il cambio con lo yen a livelli completamente insostenibili per le banche e le assicurazioni giapponesi. Il detonatore potrebbe essere proprio lì. E con il cambio a 140, ogni giorno potrebbe essere il giorno.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.