Identità digitale e banche … Era il marzo del 2012 quando l’ABI presentava un documento dal titolo “Agenda Digitale del Settore Bancario Italiano”, sostenendo che l’innovazione digitale poteva avere un forte impatto su tutti gli ambiti dell’attività bancaria, ed in particolare sull’interazione banca-cliente. Tra le innovazioni auspicate si parlava della possibilità di effettuare il riconoscimento da remoto del cliente, anche se “non già cliente” della banca, e l’identificazione tramite identità elettronica, eliminando, quindi, la verifica “manuale” della carta d’identità e la documentazione cartacea sottostante. Ma, soprattutto, il documento parlava della possibilità di utilizzare tali strumenti al fine di incrementare l’accesso multicanale ai servizi pubblici da parte dei privati. Si affermava che: “una maggiore integrazione delle reti pubbliche e di quelle bancarie, congiuntamente al raggiungimento di una piena interoperabilità tra identità digitali (pubbliche e bancarie) del cittadino, potrebbe infatti permettere l’utilizzo del canale bancario come punto di accesso ai servizi pubblici per ca. 29 milioni di clienti, già censiti e conosciuti, 14 milioni dei quali già abilitati all’online”. Il punto d’arrivo sarebbe stato l’obiettivo dell’interoperabilità dell’identità con quella degli altri Paesi dell’UE, in linea con l’Agenda Digitale Europea. Anche in questo caso, la Pubblica Amministrazione avrebbe potuto beneficiare della partnership con il settore bancario, dato che le reti bancarie sono già predisposte all’interoperabilità con l’estero. In questi anni, molti istituti bancari hanno introdotto il servizio dell’identità digitale, affrontando le tematiche connesse in termini di sviluppi tecnologici, rischi di furto di identità, privacy, non conformità ad altre normative. Identità digitale e P.A. … Dopo tre anni di progetto nell’ambito dell’accesso ai servizi di diverse amministrazioni pubbliche, dal 15 marzo scorso è disponibile, per chiunque ne faccia richiesta, la nuova identità digitale detta SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), che potrà essere utilizzata al posto delle vecchie password differenziate a seconda dell’ente o dell’amministrazione e che sarà gratuito per almeno due anni. Le prime amministrazioni che aderiscono al piano sono l’Agenzia delle Entrate, l’Inps e l’Inail, tre comuni e sette Regioni. Obiettivo: entro due anni diffondere il nuovo sistema di “login” all’intera Pubblica Amministrazione. Se e come, a questo punto, potranno integrarsi i due mondi paralleli della banca e della pubblica amministrazione è di fatto un tema aperto, con due possibili opzioni:
- una partnership tra la banca e un soggetto terzo già accreditato come gestore. In questo modo i clienti che vogliono registrare un’identità SPID possono richiederla direttamente alla banca che trasferisce al soggetto terzo la richiesta e i dati per il riconoscimento del richiedente; oppure
- tramite la sola fornitura di servizi. In tal caso, la banca dovrebbe realizzare una infrastruttura di accettazione delle identità SPID.