L’implementazione dell’IFRS 9 potrebbe portare novità o maggiori sforzi nel mondo delle istituzioni finanziarie, nella gestione e nell’utilizzo dei dati di input dei modelli.

Stima delle perdite attese con l’IFRS 9

In particolare, l’International Financial Reporting Standard (IFRS) 9, nell’ambito della nuova gestione delle perdite attese di credito (PA), genera una ulteriore domanda di dati da parte del settore finanziario, legati soprattutto alla stima delle probabilità e degli scenari macroeconomici, che sono alla base dei modelli implementati. È possibile anche un cambiamento nelle attività di reporting e nelle modalità di utilizzo di tali stime.

In caso di sviluppi interni, l’utilizzo di dati di soggetti terzi può essere utile per convalidare i propri risultati, come forma di controllo sul proprio modello. L’IFRS 9 non stabilisce soglie rigide, che devono essere settate internamente; ad esempio, occorre fissare livelli per identificare quando un aumento della probabilità di default rappresenti un “significativo deterioramento” nella qualità del credito; oppure individuare gli scenari macroeconomici da utilizzare per generare le PD e determinare le PA.

Il Principio contabile internazionale obbliga anche a stimare le PA per una serie di esposizioni (tipo banche centrali, governi) per cui le aziende potrebbero non disporre di dati sufficienti. La possibilità di utilizzare fonti esterne, che consentono un confronto con scenari più ampi, potrebbe garantire maggiore solidità nei dati di input e garantirebbe prontezza nell’adeguamento in caso di cambiamenti del mercato.

D’altro canto, però, è anche vero che le fonti esterne debbono essere segmentate in base all’ambito di attività dell’azienda e adeguate alle sue dimensioni.

La normativa prevede l’assegnazione dei crediti a tre diversi step (“staging” o “stage allocation”) e si prevede di identificare le variazioni significative del rischio di credito facendo riferimento ad alcuni aspetti:

  • la variazione della probabilità di default rispetto alla prima rilevazione dell’attività finanziaria;
  • la vita attesa dell’attività finanziaria;
  • le informazioni forward looking che possono influenzare il rischio di credito.

Nel disegno per l’implementazione del Principio, l’allocazione preliminare delle attività tra le tre fasi previste può in realtà essere fatta utilizzando indicatori anche molto differenti: KPI, tassi di copertura del portafoglio, watchlist interne, variazioni nei punteggi di credito, ed altro.

Il Global Public Policy Committee of representatives of the six largest accounting networks ha pubblicato delle linee guida sull’attuazione dell’IFRS 9 (“The implementation of IFRS 9 impairment requirements by banks”), in cui si raccomanda un approccio “a tre pilastri” per definire i deterioramenti significativi e suggerendo l’utilizzo sia di metriche quantitative che qualitative.

Un esercizio complesso

La stima delle perdite attese è un esercizio complesso e dipende da una gamma ampia di dati che potrebbero non essere immediatamente disponibili e da stime di fattori di lungo periodo macro e micro economici.

Il punto è che queste generano impatti significativi sul bilancio, pertanto il Global Public Policy Committee sottolinea la necessità di una governance adeguata e dedica una sezione del documento proprio al sistema di controlli, definendo i principi:

  • Qualità dei dati e disponibilità. Il management ha necessità di nuovi dati sul rischio di credito, precedentemente non necessari per il bilancio. Per tale ragione, l’identificazione e la qualità del dato potrebbero non essere soggetti agli stessi controlli dei flussi sino ad oggi utilizzati per la rendicontazione finanziaria. Governance e controlli appropriati devono pertanto essere estesi a tutti i dati rilevanti ai fini dell’IFRS 9.
  • Metodologie e modellizzazione. La società deve sviluppare nuove metodologie e modelli per la stima delle PA. Questo richiede esperienze e competenze, per una stima ponderata delle probabilità, su base continuativa. Si identificano principi quali:
    • indipendenza di chi definisce i modelli;
    • garanzia che i modelli non siano una “scatola nera”, così che possano essere compresi ed utilizzati;
    • necessità di robusti sistemi di governance e di controllo sulle stime.
  • Sistemi, processi e controlli interni. Si sottolinea che i processi definiti per l’implementazione dell’IFRS 9 dovranno essere sufficientemente automatizzati ed efficienti, per produrre risultati affidabili e semplici da revisionare. I processi devono anche essere flessibili, di fronte a condizioni del mercato variabili. Governance e sistema dei controlli forti sono fondamentali.