Una scoperta inaspettata in un cimelio di famiglia
Un uomo di 72 anni di Bethune sostiene di possedere un disegno inedito di Pablo Picasso, scoperto nella proprietà di un prozio nel 1999. Il disegno, che raffigura Igor Stravinsky, fa parte di una collezione di circa cento opere d’arte. La particolarità di questo pezzo sta nel fatto che è stato disegnato sul retro di un invito dell’aprile 1938, per l’anteprima del film “Les Disparus de Saint-Agil”.
Un’indagine meticolosa durata dieci anni
Il proprietario ha condotto un’indagine approfondita, rivelando affascinanti legami con la storia di Picasso. Si pensa che il disegno sia stato realizzato nel novembre del 1938, durante una serata in cui Picasso e Stravinsky condividevano il palco 8 per la prima di “Parents Terribles” di Cocteau. Dagli archivi risulta che entrambi erano presenti al ristorante Le Marignan, probabile luogo di creazione del disegno.
Un viaggio storico ricreato
Si pensa che l’opera sia stata un regalo di Picasso alla sua mecenate Eugenia Errázuriz nel 1941, come dimostra la corrispondenza in codice per evitare l’attenzione della Gestapo. Il disegno reca l’iscrizione “Au Marignan, 1935, Champs-Élysées”, probabilmente aggiunta in seguito, anche se la data non è corretta. Il suo percorso verso l’eredità del prozio rimane misterioso.
Il muro dell’autenticazione ufficiale
Nonostante il sostegno di una ventina di esperti internazionali e le analisi stilistiche favorevoli, l’amministrazione Picasso, l’unica autorità abilitata ad autenticare le opere, rimane in silenzio. Sei richieste di autenticazione sono rimaste senza risposta, bloccando ogni possibilità di valutazione del disegno, stimato tra i 70.000 e i 200.000 euro.
Una passione nata dalla scoperta
Questa ricerca ha trasformato il proprietario in un appassionato di arte del XX secolo. Ora condivide le sue ricerche sul suo blog e sui social network, mentre arricchisce la sua collezione di altre presunte opere di grandi artisti come De Kooning, Miró e De Vlaminck, che devono affrontare gli stessi ostacoli di autenticazione.
Conclusione
Questa storia illustra le complesse sfide dell’autenticazione nel mondo dell’arte, dove il silenzio amministrativo può condannare opere potenzialmente autentiche a rimanere nell’ombra. Inoltre, solleva interrogativi sulla gestione del patrimonio artistico e sulle questioni economiche che lo circondano.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.