A livello globale, sta crescendo a vista d’occhio l’interesse nei confronti di ciò che è stato battezzato come InsurTech.
Di cosa si tratta?
Sono tutte quelle società di assicurazione, intermediari o specialisti operanti lungo l’indotto del settore assicurativo, che utilizzano la tecnologia o per competere o per fornire valore aggiunto agli operatori del settore. Secondo CB Insights, si stima che gli investimenti di Venture Capital in start-up FinTech siano quadruplicati rispetto al 2014, con quasi 4bn investiti a livello globale nei primi 9 mesi del 2015, e queste cifre dovrebbero aumentare nel 2016.
Al tempo stesso sono cresciuti i cosiddetti ‘e-Aggregators’, aggregatori on-line che consentono ai clienti di confrontare i prezzi e acquistare i prodotti tramite canali virtuali, spostando la domanda da canali di distribuzione tradizionali.
Eppure, se si guarda al nostro Paese, i consumi retail on-line sono tra i più bassi a livello europeo (secondo dati della Commissione Europea riportati dal rapporto I-Com 2015, solo il 34,9% degli utenti di internet effettua acquisti on-line) e, in aggiunta, nei primi sei mesi del 2015, l’Italia mostra il minor numero di acquisti tramite dispositivi mobile proprio nel settore delle assicurazioni (8,9%).
Secondo alcune analisi, le sfide che le società assicurative dovranno affrontare nell’ambito IT, e nel breve periodo, saranno numerose ed avranno impatti rivoluzionari per tutto il settore.
Il World Economic Forum, nel giugno del 2015, ha pubblicato il “The Future of Financial Services – How disruptive innovations are reshaping the way financial services are structured, provisioned and consumed”, distinguendo tra due trend chiave:
- ‘Insurance Disaggregation’, i cui elementi sono:
- Disaggregated Distribution;
- Sharing Economy;
- Self-Driving Cars;
- 3rd Party Capital; e
- ‘Connected Insurance’, caratterizzato da:
- Smarter, cheaper sensors;
- Wearables;
- Internet-of-Things;
- standardised Platforms.
Alcune delle evoluzioni saranno dettate, a titolo esemplificativo ma non solo, da: i) la gestione dei big data e della diffusione di internet su una quantità innumerevole di devices, con l’aumento delle interconnessioni; ii) il tema della connettività perpetua e della labilità delle frontiere; iii) lo sviluppo della tecnologia nel welfare e nel settore della sanità.
Sarà dunque necessario valutare se sviluppare in house competenze specifiche o se seguire strategie di partnership con player tecnologici o con le start up del FinTech che stanno progressivamente guadagnando spazi di mercato. Le scelte strategiche che si affacciano potranno avere impatti rilevanti sull’assetto complessivo delle società assicurative, quali:
- lato offerta:
- il pricing sarà sempre più su base individuale, basato su analisi di tipo comportamentale, dinamico con aggiornamenti sempre più frequenti in base all’evoluzione del profilo di rischio del cliente;
- definizione ed implementazione di nuovi prodotti e servizi.
- lato modello distributivo e liquidativo, con:
- una maggiore personalizzazione dell’erogazione dei servizi e miglioramento della gestione dei sinistri, con l’obiettivo di ridurre i rischi, le frodi ed il livello del contenzioso;
- adeguamento in termini di orari, ubicazione e servizi offerti, secondo le nuove esigenze di tempo dei consumatori, il concetto di “multicanalità”, le nuove esigenze in termini di strumenti in “mobilità”, un ruolo di advisor per rafforzare la fidelizzazione del cliente.
- sulla comunicazione e la relazione con il cliente, con:
- la possibilità di personalizzazione della comunicazione e della promozione commerciale;
- l’incremento della frequenza di interazione con il cliente.
- sui modelli organizzativi con:
- il passaggio verso una gestione più integrata e l’evoluzione verso modelli circolari;
- modifiche nell’operatività delle agenzie.
- in termini di risorse umane e competenze, con:
- la necessità di far crescere o assumere figure specializzate per lo sviluppo di modelli di elaborazione e analisi dei Big Data, per il loro utilizzo, gestione, sviluppo;
- promozione della interfunzionalità e trasversalità.
Quali i potenziali vantaggi di questo processo?
Riduzione dei costi nell’acquisizione di nuovi clienti; incremento di produttività nella gestione ed amministrazione delle polizze; razionalizzazione dei costi di liquidazione.
D’altro canto saranno necessari investimenti in tecnologia. Il settore finanziario rappresenta una voce di spesa importante del mercato ICT italiano, con le grandi Banche tra i primi investitori in nuove tecnologie nel nostro Paese. Nello specifico, nel 2009 ha rappresentato il 24% della spesa ICT complessiva in Italia. Nel settore assicurativo, i maggiori investimenti degli ultimi due anni sono stati trainati da Solvency 2. Ma a questi bisognerà aggiungere necessari adeguamenti in termini di privacy, sicurezza, cyber crime, elaborazioni ed analisi sempre più in tempo reale, e molto altro.
Le scelte strategiche ed i cambiamenti organizzativi dovranno necessariamente essere supportati da una Governance ed un sistema dei controlli interni adeguati. Acquistano crescente importanza: il rischio reputazionale e la necessità di rafforzarne il presidio; la gestione di nuovi rischi di conformità e legati alle novità tecnologiche e all’outsourcing; la trasparenza e la comunicazione con il cliente.
E’ plausibile aspettarsi aggiornamenti da parte dei regolatori su queste tematiche.