L’OCSE ha recentemente pubblicato l’aggiornamento intermedio delle prospettive economiche intitolato “Navigare nell’incertezza”. In questo rapporto, le aspettative di crescita del PIL globale per l’anno corrente sono state ridotte dello 0,2%, passando dal 3,3% al 3,1%. Per l’anno successivo, la previsione è stata tagliata dello 0,3%, arrivando al 2,9%. Anche le proiezioni per il PIL degli Stati Uniti hanno subito un calo (2,2% nel 2025 e 1,6% nel 2026, quest’ultimo con una diminuzione di mezzo punto percentuale). Le stime per l’Eurozona e per l’Italia sono state parimenti ridimensionate, con l’Eurozona che si aspetta una crescita dell’1% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026, e l’Italia dello 0,7% nel 2025 e dello 0,9% nel 2026, entrambe con una diminuzione dello 0,3% nei rispettivi anni.
L’OCSE, con sede a Parigi, ha inoltre messo in luce come l’imposizione di dazi potrebbe aggravare la situazione e complicare la riduzione dell’inflazione, che rimane sfortunatamente al di sopra delle previsioni nonostante la situazione economica generale. Secondo Luigi Campiglio, professore di Politica Economica presso l’Università Cattolica di Milano, “il titolo del rapporto dell’OCSE riflette perfettamente l’attuale dominio dell’incertezza sui mercati e sull’attività economica”.
Come affrontare l’incertezza attuale?
In questo contesto, sembra che la geopolitica e la diplomazia, per esempio tramite un accordo di pace sull’Ucraina, possano essere decisive per permettere all’economia di recuperare vigore e cercare un rilancio, considerando il suo periodo di fragilità.
Il rischio dei dazi
Donald Trump considera i dazi un mezzo per ritornare a un’epoca d’oro per gli Stati Uniti. Purtroppo, assistiamo a un aumento del prezzo dell’oro, che non è un segnale positivo dato il suo ruolo di bene rifugio. Anche in questo scenario, l’incertezza prevale e i prodotti esportati da paesi come il nostro potrebbero subire l’effetto delle tariffe, influenzando negativamente le già non ottimistiche previsioni di crescita.
Prospettive economiche secondo l’OCSE
L’OCSE prevede una crescita inferiore alle aspettative e il segretario del Tesoro Bessent non ha escluso la possibilità che gli USA possano entrare in recessione. Se a questo si aggiunge un’inflazione che cala troppo lentamente o che potrebbe addirittura aumentare a causa dei dazi, il panorama non appare certo positivo. Nonostante ciò, non ci si aspetta una stagflazione grave come in passato, ma indubbiamente non è uno scenario desiderabile.
Il ruolo delle Banche centrali nell’attuale contesto economico
Se l’inflazione dovesse aumentare, le Banche centrali potrebbero dover interrompere la riduzione dei tassi di interesse e considerare l’opzione di aumentarli. Il mantenimento dello status quo, in attesa di nuove informazioni e risultati, specialmente dai negoziati di pace, è cruciale per tentare di stabilizzare la situazione economica.
Trattative con Trump sui dazi
Il Presidente americano è noto per le sue decisioni audaci e potrebbe sorprendere con azioni contrarie alle aspettative. Tuttavia, esiste la possibilità di evitare un’escalation sui dazi, auspicando che le parti coinvolte riconoscano l’importanza degli scambi internazionali come motore dell’economia globale.
La necessità di una politica fiscale attiva
Secondo l’OCSE, è essenziale una disciplina fiscale per garantire la sostenibilità del debito pubblico. Tuttavia, in questa fase sarebbe più opportuno adottare una politica fiscale attiva per mitigare l’incertezza, tailorizzata per ogni paese, in considerazione delle diverse realtà economiche europee.
Nonostante l’incertezza economica attuale, la Commissione europea ha recentemente confermato che le regole del Patto di Stabilità non sono in discussione, mostrando una certa rigidità nonostante il contesto difficile.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.