L’80% dei “millennials”, generazione di coloro che sono nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90 caratterizzati da un maggiore utilizzo e una maggiore familiarità con la comunicazione, i media e le tecnologie digitali, dichiara di essere pronto a considerare i servizi offerti dai Robo-advisors[1], ma il 71% riferisce anche che “preferirebbe andare dal dentista piuttosto che stare ad ascoltare ciò che le banche hanno da dire[2]”.
Questo è lo scenario che Barbara Alemanni, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Genova, ha prospettato durante il convegno “Il Robo Advisory nei modelli di consulenza: disciplina normativa e trend internazionali, organizzato da Assosim (Associazione Italiana degli Intermediari dei Mercati Finanziari) e Academy, centro di formazione del London Stock Exchange Group, il 13 ottobre 2016 presso Borsa Italiana.
Un numero sempre più crescente di istituzioni finanziarie sta portando avanti progetti per offrire alla propria clientela modelli di consulenza automatizzati, cosiddetti “Robo Advisors”, portatori di molteplici benefici ma anche di potenziali rischi che le Autorità di Vigilanza stanno prendendo in considerazione.
Tiziana Togna, Responsabile Divisione Intermediari di Consob, ha contestualizzato la progressiva rilevanza del fenomeno del Robo Advisory nella disciplina normativa. La digitalizzazione del servizio di consulenza è evidenziata in primo luogo dallo studio che lo IOSCO (Report on the IOSCO Social Media and Automation of Advice Tools Surveys) ha pubblicato nel Luglio 2014 e dal Discussion Paper on automation in financial advice di ESMA, EBA ed EIOPA del Dicembre 2015.
Le principali problematiche rilevate riguardano una ridotta percezione da parte dei clienti dell’utilizzo degli strumenti automatizzati come di un vero e proprio servizio di consulenza, specialmente laddove le informazioni non sono regolarmente aggiornate e la clientela privilegia investimenti più rischiosi.
Tuttavia, l’automazione porta ad alcuni vantaggi quali la riduzione delle barriere all’accesso al servizio di consulenza per il contenimento dei costi ed una più elevata qualità rispetto ai modelli tradizionali per l’aggiornamento costante dei dati di mercato. L’attitudine verso le innovazioni tecnologiche e la dematerializzazione di transazioni e documenti saranno il terreno fertile per lo sviluppo della consulenza automatizzata in un contesto normativo dove già Mifid 2 sta ponendo le basi per un rafforzamento dei livelli di tutela degli investitori richiedendo l’innalzamento della qualità dei servizi (consulenza indipendente, delimitazione della percezione di incentivi).
La domanda di tecnologia è cresciuta e gli intermediari italiani dovranno allinearsi ai trend internazionali nei modelli di consulenza. Negli Stati Uniti, la stima degli Assets Under Management gestiti da robo advisors per i prossimi 5 anni è di una crescita del 68%, soprattutto a seguito dell’interesse dimostrato dal segmento della clientela High Net Worth Individuals, come evidenziato dalla Professoressa Alemanni durante il convegno.
Francesco Consolati, Advisory Business Solution Manager di SAS, ha spiegato come le banche abbiano la possibilità di conoscere meglio il cliente attraverso un utilizzo migliore dei dati interni, esterni e dei cosiddetti Big Data, ripensando il modello di conoscenza del cliente. L’obiettivo è rivolto a passare da una conoscenza del comportamento del cliente relativamente ai servizi utilizzati alla caratterizzazione del suo contesto sociale e dei bisogni potenziali.
In questo passaggio al digital banking ed in considerazione del rapido sviluppo dell’automazione del processo di consulenza e delle piattaforme di Robo Advisor, è necessario per gli intermediari dotarsi di un modello di governance al fine di gestire adeguatamente i rischi sottesi.
Graziella Capellini, Director Regulatory Services di Nike Consulting, ha evidenziato come la funzione di Compliance giochi un ruolo chiave nello sviluppo di un modello di consulenza automatizzato e nell’implementazione del modello di governo. La Funzione di Compliance opera in un contesto in cui molto spesso non esistono regole precise di comportamento ed in una fase di validazione del modello ex-ante deve basarsi su principi sottesi alla normativa, mentre nella fase di controlli ex post saranno necessarie tecnologie a supporto per identificare, gestire e segnalare i nuovi rischi.
Le testimonianze di Deus Technology, Saxo Bank e IShares, hanno apportato al Convegno tre casi pratici di interazione tra Provider, Producer e Distributor nell’ambito della digital banking. Matteo Cassina, Global Head of Sales di Saxo Bank, ha enucleato i 3 principali elementi della Digital Trasformation ovvero Visione e Leadership, la presenza di un team dedicato alla trasformazione digitale e la valutazione dell’esperienza digitale del cliente. Pasquale Orlando, Head of Strategic Marketing & Founder di Deus Technology ha sottolineato come dietro un motore di Robo advisory non vi siano algoritmi quantitativi o intelligenza artificiale, ma piuttosto professionisti che decidono criteri e strategie di selezione dei prodotti. Infine, Emanuele Bellingeri, Head of iShares Italy, ha evidenziato come i Robo Advisors siano un esempio di struttura di costi trasparente e siano un’opportunità per gli intermediari tradizionali poiché il digital advisory diventerà parte integrante di ogni offerta di wealth management.
Robo Advisory è quindi espressione della rivoluzione digitale che, tra disciplina normativa e trend internazionali, rappresenta la sfida per capire quanto la tecnologia possa cambiare l’esperienza del cliente.