L’equilibrio finanziario della banca e la gestione della tesoreria fanno parte delle attività core degli istituti finanziari, da sempre. La gestione della raccolta versus gli impieghi, dei gap temporali nei flussi finanziari, dei differenti livelli di liquidabilità dei prodotti e del differente pricing degli investimenti sono sempre stati utilizzati come strumento di contribuzione alla redditività degli istituti finanziari.
L’attività di tesoreria è tradizionalmente legata ai dipartimenti di Finanza, in quanto utilizzano strumenti per la gestione della liquidità nel breve periodo, che però sono legati al raggiungimento di alcuni obiettivi gestionali, di budget e di risultati di bilancio, in un periodo di medio e lungo termine.
Nel mantenere l’equilibrio finanziario di breve della banca, la tesoreria deve cercare di minimizzare i costi di aggiustamento intraday ed overnight; dall’altro, nel gestire la liquidità primaria e secondaria, ha il compito di trovare opportunità di reddito, mantenendo l’attività entro i limiti fissati dal Top Management i rischi di tasso, di interesse, di liquidità.
Ravvisiamo però due profondi cambiamenti nel lavoro della tesoreria, guidati da un lato dalla contingenza economica globale, dall’altro dal rafforzamento normativo sul tema della liquidità. Infatti:
- con i tassi negativi sugli investimenti overnight, è cresciuto lo stress per le Banche, che devono mantenere livelli molto molto bassi di liquidità a brevissimo termine, cercando tipologie di investimento di più lungo periodo. Queste devono essere al contempo strumenti con un significativo grado di liquidabilità, così da non provocare blocchi di attività in momenti eccezionali di carenza di fondi;
- ma, l’attività di tesoreria tende a cambiare anche forzata dalla necessità di introdurre rigidi monitoraggi giornalieri sul rispetto dei limiti regolamentari, con controlli sui prodotti di investimento utilizzati, in termini di valore e di caratteristiche.
Nei due ratio definiti dal regolatore, il Liquidity Coverage Ratio (LCR, in essere dal 1° gennaio 2015) ed il Net Stable Funding Ratio (NSFR, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2018), si trovano vincoli di importi e di tipologia di prodotti, che possiamo sintetizzare come segue:
LCR | NSFR |
Numeratore:poste altamente liquidabili, ossia convertibili in cash in brevissimo tempo (moneta legale, riserve, titoli di stato, titoli garantiti). | Numeratore:risorse finanziarie a disposizione (capitale, azioni privilegiate, depositi stabili, passività di lungo termine). |
Denominatore:differenza tra uscite di cassa attese ed entrate di cassa attese. | Denominatore:cassa, titoli liquidi, azioni quotate. |
Scenari di stress ipotizzati dal regolatore:
– Declassamento significativo del rating della banca – Ritiro dei depositi e difficoltà di raccolta – Chiusura del mercato interbancario – Incremento della volatilità dei mercati – Necessità di reperire nuove fonti di finanziamento |
Scenari di stress ipotizzati dal regolatore:
– Declino della profittabilità o della solvibilità – Downgrade del rating – Danno di reputazione e perdita di affidabilità |
Secondo il “CRD IV – CRR/BASEL III MONITORING EXERCISE RESULTS BASED ON DATA AS OF 30 JUNE 2015”, pubblicato dall’EBA il 2 marzo 2016:
Come definito nell’articolo 38 del regolamento delegato (EU) 2015/61 e in ai sensi dell’articolo 460 (2) del CRR, il requisito minimo era fissato a:
- 60% da 1 ° ottobre 2015;
- 70% per il 2016; e
- sarà gradualmente aumentato fino al 100% a gennaio 2018.
Il NSFR sarà introdotto direttamente con un requisito minimo di 100%.
Dal momento che il NSFR non ha ancora finalizzato a livello UE, i calcoli NSFR in questo rapporto si basano per il momento sulla revisione Basilea III NSFR, pubblicato nel mese di ottobre del 2014.
Sulla base dei dati bancari a fine giugno 2015, l’indicatore LCR era pari a 121,2% per il Gruppo 1 e 156,7% per il Gruppo 2. Nel campione, il 79% delle banche avevano già un rapporto superiore al 100%, mentre il 91% delle banche mostrava un LCR superiore al minimo 70%, il requisito fissato per gennaio 2016.
Per ciò che concerne il NSFR, il gruppo 1 mostrava un rapporto medio di 104%, mentre il gruppo 2 aveva un ratio pari a 111%. In sintesi, il 77% delle banche era già in linea con il requisito da rispettare nel 2018.
Sintetizziamo le tappe regolamentari sul rischio di liquidità a livello internazionale:
- Dicembre 2010 => il BIS pubblica il suo primo documento che definisce i requisiti quantitativi al fine di misurare la capacità delle Banche di assorbire shock di liquidità; viene formalizzato a Gennaio 2013 il documento: “Basel III: The Liquidity Coverage Ratio and liquidity risk monitoring tools”;
- Giugno 2013 => viene approvata la CRR, che traspone i requisiti di Basilea nella normativa sui requisiti per il capitale regolamentare;
- 10 Ottobre 2014: viene approvato il Regolamento delegato della Commissione n. 61/2015 in materia di Requisito di Copertura della Liquidità (Liquidity Coverage Requirement – LCR), con entrata in vigore nell’ottobre del 2015;
- Dicembre 2014: viene pubblicato dal BIS il documento in consultazione “Net Stable Funding Ratio disclosure standards – consultative document”, versione definitiva di Giugno 2015;
- Gli standard di disclosure della BIS per il “Net Stable Funding Ratio” sono del giugno 2015 (il primo reporting è richiesto dal 1° gennaio 2018);
- 11 Maggio 2016: l’EBA consultation paper sintetizza le “Draft Guidelines on LCR disclosure to complement the disclosure of liquidity risk management under Article 435 of Regulation (EU) No 575/2013”;
- Giugno 2016: il BIS pubblica le FAQ sul “Basel III’s Net Stable Funding Ratio (NSFR)”;
- 27 Luglio 2016: l’EBA pubblica le “Regulatory Technical Standards (RTS) on criteria for the application of a preferential treatment in cross-border intragroup credit or liquidity lines, or within an IPS”, che includono anche criteri relativi al liquidity coverage ratio (LCR);
- Agosto 2016: si chiude la consultazione dell’EBA sulle “Guidelines on the LCR disclosure”
In Italia:
- Maggio 2016: Banca d’Italia aggiorna la Circolare 285 e, nella comunicazione di accompagnamento dell’aggiornamento della Circolare, spiega l’esercizio della discrezionalità che le viene attribuita dalle disposizioni comunitarie, in termini di liquidità;
- Agosto 2016: viene pubblicata la “Guida della BCE sulle opzioni e sulle discrezionalità previste dal diritto dell’Unione”.