In un report di ottobre 2006 chiamato “The Misuse of Corporate Vehicles, Including Trust and Company Service Providers” (L’uso distorto di entità aziendali, inclusi i Trust e i fornitori di servizi di creazione di impresa), il Gruppo di Azione Finanziaria Internazionale ha approfondito la tematica dei trust e dei fornitori di servizi di creazione di impresa, e di come questi possano agevolare i riciclatori nel raggiungimento dei propri obiettivi.
Trust: cosa sono e come funzionano
I Trust sono istituti giuridici caratteristici del diritto anglosassone che consentono di creare un fondo con patrimonio autonomo, amministrato da un fiduciario. Il fondo è creato per iniziativa di un donatore che immette nel fondo beni mobili e immobili dei quali trasferisce la proprietà a un amministratore fiduciario (trustee), tenuto ad agire secondo le istruzioni del primo per il raggiungimento di uno scopo o nell’interesse di un beneficiario.
Il report sopra menzionato specifica che queste fattispecie sono particolarmente rischiose in ottica di antiriciclaggio, in quanto rappresentano accordi che possono prevedere la corresponsione di somme da parte dei partecipanti, che poi verranno godute da altri soggetti beneficiari al verificarsi di determinate condizioni.
Parimenti rischiosi sono i fornitori di servizi di creazione di impresa, ossia individui ed aziende che forniscono il servizio di creare persone giuridiche in paradisi fiscali, fornendo la propria opera in qualità di amministratori o per segretariato, fornendo una sede fisica (ad esempio un indirizzo per la corrispondenza).
Talvolta, nella attività di Customer Due Diligence, si può incorrere in un Trust come ultimate beneficial owner dell’azienda cliente e la analisi di media search e watchlist screening vengono effettuate sul trust. Si ritiene, tuttavia, che uno sforzo ulteriore sia necessario nella fase di enhanced due diligence e che si individui il Trust settler, ossia il donatore delle risorse di cui il Trust è dotato.
Riflessioni finali sui Trust
Alcuni potrebbero ritenere questo passaggio di difficile esecuzione per via della riluttanza a fornire informazioni relative alla origine dei fondi del Trust. Ma tale riluttanza non sarebbe classificabile come elemento di sospetto, da riportarsi alle unità di intelligence finanziaria?
Non necessariamente i Trust sono veicolo di riciclaggio, ma vanno gestiti con estrema cura e attenzione in fase di KYC, come si conviene per tutte le relazioni a più alto rischio.