Comunicazioni Transatlantiche
Oggi l’Unione europea riceverà dodici lettere inviate da Donald Trump, che rappresentano un nuovo capitolo nelle relazioni commerciali transatlantiche. Il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato tariffe che potrebbero avere un impatto significativo su vari settori: il 17% sui prodotti alimentari, il 50% su acciaio e alluminio, il 25% sulle automobili, e potrebbero salire fino al 90% in assenza di un accordo. Attualmente, una tassa del 10% è già applicata su numerosi beni, e molti paesi, tra cui Germania e Italia, sperano in una rapida conclusione negoziale, seguendo l’esempio del governo britannico.
Il Dilemma delle Tariffe
Il panorama tariffario proposto da Trump il 2 aprile in televisione comprendeva cifre precise: 17, 50, 25, 90, 10. Da allora, la situazione è evoluta, per esempio con l’accordo raggiunto con la Cina che ha fissato le tariffe al 55%, permettendo a Pechino di esportare terre rare e semiconduttori nel settore automobilistico. Nonostante questo, la confusione regna sovrana.
Scadenze e Reazioni Europee
Manca poco alla scadenza imposta all’Unione europea, prevista per il prossimo mercoledì. A Bruxelles, la parola più usata per descrivere la situazione attuale è “confusione”. Sebbene la linea ufficiale dell’UE sia quella di cercare una soluzione negoziata, le opinioni tra i 27 stati membri variano. La Francia, ad esempio, sembra oscillare tra una posizione dura e una soluzione più rapida ma meno soddisfacente. Solo nelle prossime ore si saprà il destinatario delle lettere di Trump e il loro contenuto, descritto come decisamente intransigente.
Allarme nel Settore della Produzione e dell’Impiego
Questo fine settimana, sia la Commissione Europea sia il governo italiano hanno cercato di trasmettere messaggi rassicuranti, ma l’allarme nel settore produttivo e del lavoro si è intensificato. In Italia, rappresentanti di vari settori hanno espresso preoccupazioni serie: per esempio, tariffe del 17% sono state definite “insostenibili” da Paolo Mascarino, presidente della Federalimentare, e simili preoccupazioni sono state espresse da Giacomo Ponti di Federvini. Anche nel settore farmaceutico una tariffa del 10% è vista come una minaccia seria.
I produttori di componenti auto si trovano in una situazione difficile, colpiti direttamente dalle esportazioni verso gli Stati Uniti e indirettamente da quelle verso la Germania. Anche i produttori di mobili e le aziende di meccanica strumentale, che guidano l’export verso gli USA, si accontenterebbero di una tariffa del 10%.
Le conseguenze economiche sono inevitabili e alcune aree saranno più colpite di altre, come la Lombardia; l’obiettivo è ridurre al minimo queste conseguenze, ma la situazione rimane critica.
Risposta Europea e Futuro delle Relazioni Commerciali
In caso di fallimento delle trattative, l’UE è pronta a reagire. Era già stato preparato un pacchetto di ritorsioni in risposta alle tariffe su acciaio e alluminio, e settori come quello automobilistico non possono che mantenere una posizione ferma. Questo potrebbe innescare una grave recessione nell’intera industria europea.
La Commissione deve gestire le divergenze tra i membri dell’UE, che sono spesso in disaccordo su come procedere. Inoltre, vi è un dibattito complicato sui servizi digitali, con Trump che si oppone a qualsiasi tassazione di questi servizi.
L’Italia ha finora adottato un approccio conciliante, cercando di fungere da mediatore. Tuttavia, il rischio non è solo economico ma anche sociale, con possibili impatti significativi sull’occupazione e sull’economia in generale.
Questo scenario mette in luce le sfide e le tensioni presenti nelle relazioni commerciali internazionali, con implicazioni che vanno ben oltre le mere cifre economiche.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.