Il mercato del lavoro veneto mostra segni di rallentamento nei primi cinque mesi del 2025, mantenendo comunque un bilancio positivo
Nel contesto del lavoro dipendente nel settore privato, il Veneto registra un esito positivo nei primi cinque mesi del 2025, nonostante un periodo caratterizzato da notevoli incertezze, evidenziando un incremento delle posizioni lavorative.
Tuttavia, a causa di un rallentamento osservato nel mese di maggio, il saldo complessivo rimane inferiore rispetto a quello degli ultimi tre anni. Da un lato si nota un calo nella richiesta di lavoro, mentre dall’altro si assiste a un leggero aumento delle terminazioni di rapporti di lavoro, indicando una persistente prudenza nelle decisioni aziendali e difficoltà nel soddisfare le esigenze di personale e nell’abbinare domanda e offerta di lavoro.
L’analisi fornita da VenetoLavoro illustra come il rallentamento dell’incremento occupazionale interessi tutti i principali settori economici, con un’intensificazione nel settore terziario dovuta a una ridotta domanda di lavoro. Nel settore industriale, la crescita delle posizioni lavorative è molto limitata, con segnali di decelerazione o addirittura di riduzione in alcuni settori.
Nel settore metalmeccanico, il saldo di maggio mostra un leggero aumento; nel settore del made in Italy, invece, le dinamiche di maggio rivelano una nuova significativa riduzione, soprattutto nell’ambito tessile-abbigliamento.
Il mercato del lavoro veneto continua a mostrare un rallentamento, con 56.900 nuove posizioni lavorative nei primi cinque mesi del 2025, ma su livelli inferiori rispetto agli ultimi tre anni.
Questo risultato è influenzato da un lieve aumento delle cessazioni (-1%) combinato con una diminuzione delle assunzioni (-2%). Il rallentamento si è accentuato nel mese di maggio, che ha registrato un saldo occupazionale di +16.900 posizioni rispetto alle 18.500 dello stesso periodo dell’anno precedente, principalmente a causa di un incremento delle cessazioni (+3%) e di prestazioni meno positive nei settori del turismo e della logistica all’ingrosso.
Per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato, i primi cinque mesi del 2025 mostrano un saldo positivo (+15.100), sostanzialmente allineato con lo stesso periodo del 2024, nonostante una frenata nell’ultimo mese, specialmente per quanto riguarda le nuove assunzioni.
Il bilancio è positivo ma in ridimensionamento anche per i contratti a tempo determinato, con 41.200 contratti in più dall’inizio dell’anno (nel 2024 erano stati 47.000 in più), risultato di una diminuzione delle attivazioni (-1%) e di un incremento delle cessazioni (+2%) e delle trasformazioni a tempo indeterminato (+6%). L’apprendistato continua a contrarsi: meno di 17.000 inizi nel 2025 (-7%), con un saldo di solo 610 contratti in più dall’inizio dell’anno rispetto ai +1.700 dello scorso anno.
La diminuzione della domanda di lavoro colpisce soprattutto le donne (-5%), i lavoratori italiani (-4%) e quelli tra i 30 e i 54 anni (-5%), mentre si osservano trend positivi tra i lavoratori stranieri e gli over 55 (entrambi +3%). Tra le donne, si registra una lieve diminuzione del part-time, che tuttavia rappresenta ancora una quota significativa del totale delle assunzioni (47% per le donne e 22% per gli uomini).
Anche a livello territoriale, il saldo dei primi cinque mesi dell’anno è positivo ma inferiore rispetto allo stesso periodo del 2024, in particolare a Venezia, Vicenza, Rovigo e Padova. L’eccezione negativa è rappresentata da Belluno, con un saldo di -2.600 posizioni lavorative, un risultato tipico di questo periodo dell’anno dovuto agli effetti della stagionalità. Anche la domanda di lavoro è in calo: -5% a Belluno e Vicenza, -4% a Padova e Rovigo e -1% nelle altre province.
Il mese di maggio mostra un andamento più variegato, con dinamiche positive a Belluno, Venezia e Vicenza, e negative a Padova, Rovigo e Verona. L’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile nell’ultimo mese nella provincia di Treviso.
I settori più colpiti rimangono quelli del made in Italy, che nel complesso mostra una riduzione delle assunzioni del -5% e un saldo lontano da quello del 2024 (+623 posizioni lavorative). La contrazione è evidente soprattutto nel settore della moda, che perde 500 posti di lavoro in cinque mesi, e nell’occhialeria (-250 posti di lavoro e una riduzione delle assunzioni del 47%). Anche l’automotive mostra segnali di nuova flessione. In controtendenza, il settore del legno-mobilio registra un aumento sia dei posti di lavoro (+250) che delle assunzioni (+2%).
Nel settore terziario, il saldo del periodo gennaio-maggio 2025 (+43.400 unità) è ancora inferiore ai risultati ottenuti l’anno precedente (+48.500), soprattutto a causa del ridimensionamento del bilancio occupazionale nel settore delle attività turistiche (+29.800) e nel commercio al dettaglio (+1.800) e all’ingrosso (+1.500), oltre che nei servizi di pulizia (+1.900), tutti settori che registrano un calo anche in termini di assunzioni.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.