Non è necessario applicare tariffe e dazi all’atto pratico, spesso la sola minaccia è sufficiente, specialmente se l’interlocutore è inadeguato o facilmente influenzabile. Questo approccio sembra essere particolarmente efficace quando gli Stati Uniti di Donald Trump negoziano con l’Europa, un contesto in cui anche la Cina trova grande vantaggio. L’approccio frammentato sembra essere l’unica cosa certa in questo scenario.
La Germania ha camuffato i suoi problemi economici macroscopici con un imponente piano di indebitamento e ora si posiziona strategicamente, permettendosi di rimescolare le carte attraverso azioni impulsive come la riconsiderazione dell’invio di missili Taurus a lungo raggio nell’ambito del conflitto ucraino, con la speranza che Donald Trump non cambi nuovamente posizione a favore di Kiev.
La Francia sembra essere scomparsa dai radar internazionali e, come avevo previsto, la decisione sull’ineleggibilità di Marine Le Pen non ha causato alcun sconvolgimento, né politico né sociale, fungendo piuttosto da conveniente scusa.
L’Italia sembra giocare per prima la carta del dialogo diretto con la Casa Bianca, ma lo fa partendo da una posizione di svantaggio evidente, come dimostrano le dichiarazioni rilasciate alla vigilia, paragonabili a quelle di un allenatore di calcio di una squadra minore prima di affrontare un gigante come il Barcellona. Nel frattempo, il primo ministro spagnolo ha visitato la Cina, ha firmato alcuni accordi commerciali e al ritorno ha esortato l’Europa a dialogare con tutti i principali attori globali, giocando la sua carta data l’immobilismo tipico di Bruxelles, dato che è essenziale prendere una posizione tempestiva.
Osservando il grafico relativo al sentimento economico dell’eurozona di aprile, mostrato da Zew, si può notare un quadro preoccupante. A marzo, il dato era positivo (+39,8), ma le previsioni per il mese corrente indicavano un drastico calo a 13,2, mentre il risultato effettivo è stato ancora più negativo (-18.5). Questo indica che si è anticipato uno scenario peggiore ancor prima che le tariffe e i dazi fossero effettivamente applicati, dato che formalmente ci troviamo in una fase di sospensione fino a fine giugno. Tuttavia, qualcosa non quadra.
L’effetto stimato delle massime tariffe imposte dagli USA non dovrebbe giustificare un crollo così marcato, secondo le stime della Commissione Europea e della BCE. Quindi sorge la domanda: qual è la reale condizione economica dell’UE? Quella descritta dalle autorità o quella indicata dallo Zew? Cosa intende fare oggi l’Eurotower a riguardo?
Forse, questo dato macroeconomico è positivo per il Dax e per Piazza Affari? Se così fosse, allora tutto procede per il meglio, secondo la nuova narrazione. Tuttavia, l’ultima asta di Bund a 5 anni ha registrato il tasso di sovra-sottoscrizione più basso dal 2023, solo 1,4X. Potrebbe essere un effetto del “basis trade” che attraversa l’oceano e inizia ad influenzare anche gli asset rifugio. L’alternativa preoccupante è che tale calo della domanda sia direttamente legato all’eccessivo ricorso a indebitamento e deficit, necessari a seguito delle politiche autodistruttive del precedente governo “verde” e della folle agenda verde di Ursula von der Leyen.
Quindi, non stiamo discutendo solo delle minacce di ritorsione di Donald Trump o dei suoi poco credibili passi indietro in nome del dialogo e della diplomazia commerciale. Stiamo parlando di economia reale, di aziende, lavoratori e della stabilità dei conti pubblici che possono portare a tagli allo stato sociale rimasto e alle cruciali possibilità di intervento per sostenere imprese e famiglie, specialmente se i costi energetici dovessero aumentare questa estate. E siamo solo ad aprile, con molte aste di titoli ancora all’orizzonte e alte esigenze di finanziamento.
Il Patto di Stabilità non sarà sospeso. Nel frattempo, alcuni economisti continuano a chiedere tagli dei tassi alla BCE, come se questo potesse realmente aiutare, anziché semplicemente supportare i bilanci delle banche che non erogano prestiti all’economia reale in difficoltà. La vera domanda è un’altra. C’è da sperare che oggi la BCE fornisca almeno un indizio chiaro, se non una risposta diretta: il reinvestimento dei titoli del QE pandemico continuerà con il suo progressivo disimpegno oppure sarà prudenzialmente prolungato o rallentato, almeno per evitare che i già presenti tremori obbligazionari diventino un terremoto come per i rendimenti dei Treasuries USA?
Temo che a Roma si prenda per scontata questa seconda ipotesi, con troppa sicurezza. Nessuno parla di questi temi. Nessuno. Ma quel dato Zew ci dice che l’Europa è già in recessione, entrata inconsapevolmente e disordinatamente. Sarà una lotta di tutti contro tutti. Mors tua, vita mea. Sarebbe opportuno che qualcuno informasse la maggioranza, l’opposizione e le parti sociali. Tuttavia, per un paese anestetizzato dalle distrazioni, dubito ci sia ancora speranza.
È sorprendente come al Ministero dell’Economia e delle Finanze non abbiano ancora pensato a creare un “Btp Dazio” per proteggere i risparmi dei cittadini dalle politiche americane. Se lo faranno, rivendicherò i diritti d’autore. Il ministro Giorgetti è avvisato. Voi, invece, tenete a mente quel grafico dello Zew. Perché la principale responsabile di quel disastro è ancora al comando della stessa istituzione che lo ha causato. E alcuni pensano che possa rimediare attraverso l’indebitamento per la russofobia bellica. Non so se lo sentite anche voi, ma il ticchettio del conto alla rovescia diventa sempre più chiaro.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.