UCIMU ha rivelato le statistiche del 2024 relative al settore italiano delle macchine utensili: le osservazioni e le iniziative future proposte dal presidente Riccardo Rosa
Recentemente, si è tenuta l’assemblea generale di UCIMU-Sistemi per produrre, focalizzata sui risultati del 2024 del settore dei costruttori di macchine utensili, robot e sistemi di automazione. Il presidente dell’associazione, Riccardo Rosa, ha discusso delle prospettive future di un’industria che necessita crescente attenzione da parte delle istituzioni politiche. L’evento si è svolto presso la sede di UCIMU a Cinisello Balsamo, con la presenza anche di Antonio Gozzi, presidente di Federacciai.
L’analisi del Centro studi di UCIMU per il 2024 mostra un anno piuttosto difficile, con la maggior parte degli indicatori economici in calo. La produzione italiana ha registrato una diminuzione del 16,9%, attestandosi a 6.327 milioni di euro; parallelamente, il consumo interno ha visto un taglio del 36,3%, scendendo a 3.707 milioni, influenzando negativamente le consegne interne che hanno raggiunto 2.054 milioni di euro, il 39,5% in meno rispetto al 2023.
Un segnale positivo nel 2024, secondo UCIMU, riguarda le esportazioni, che hanno mostrato un incremento dell’1,2%, toccando un nuovo record di 4.273 milioni di euro (il 67,5% del totale produzione-esportazione). Gli Stati Uniti rimangono il principale mercato di riferimento con ordini per 629 milioni di euro; la Svezia ha mostrato l’aumento più significativo (+71,4%, anche se il totale è di soli 92 milioni) e la Polonia ha evidenziato la riduzione più marcata (-21,5%, per un totale di 169 milioni).
Le previsioni per il 2025 sono invece più ottimistiche, con il Centro studi di UCIMU che prevede un aumento della produzione del 2,6% fino a 6.490 milioni di euro. Anche il consumo domestico dovrebbe crescere (+5,5% per un totale di 3.910 milioni), così come gli ordini interni (+5,9% per un totale di 2.175 milioni) e le esportazioni, che potrebbero aumentare dell’1% fino a raggiungere i 4.315 milioni.
Rosa (UCIMU): “Transizione 5.0, misure strutturali e formazione sono essenziali per il futuro delle macchine utensili”
Dopo un anno “difficile” come il 2024, il presidente di UCIMU Riccardo Rosa prevede un 2025 più gratificante, ma la cautela rimane a causa di “fenomeni molto preoccupanti” all’orizzonte. Secondo Rosa, sono cruciali gli “strumenti di incentivo” per continuare il cammino verso lo sviluppo e l’innovazione, oltre alla “conoscenza del contesto e alla formazione”.
Per UCIMU è fondamentale che il governo intervenga per estendere la “Transizione 5.0” oltre il suo termine previsto, o almeno per reinvestire i fondi residui in “nuove misure“, iniziando a delineare le “politiche nazionali” future del settore dal 2026 in poi. Rosa suggerisce “provvedimenti strutturali” che consentano alle aziende di pianificare con fiducia i propri investimenti, evitando picchi di lavoro insostenibili e la perdita di ordini a favore dell’importazione.
Inoltre, la “formazione” del personale e dei giovani diventa sempre più importante ogni anno. Le macchine di ultima generazione richiedono personale qualificato per la loro gestione, programmazione e utilizzo. In questa direzione si muove la “UCIMU Academy“, che mira a colmare il divario tra domanda e offerta di competenze, e presto inizieranno anche collaborazioni con scuole superiori, università e fondazioni ITS Academy.
Riccardo Rosa: “I dazi USA non saranno un ostacolo significativo, ma l’UE deve agire per supportare il settore”
Osservando la situazione geopolitica globale, il presidente di UCIMU sottolinea ancora una volta l’importanza delle “politiche comunitarie per supportare la riconversione degli impianti” sia nell’ambito dell'”elettrificazione dei motori”, per cui suggerisce di adottare un approccio di “neutralità tecnologica”, sia per lo “sviluppo del settore della difesa e dell’aerospaziale”. Solo con un approccio unitario tra i 27 paesi membri, secondo Rosa, si può realmente evitare di “cedere il nostro mercato all’Asia”.
Guardando agli Stati Uniti, Riccardo Rosa è ottimista che i “dazi non saranno particolarmente penalizzanti” per il settore di UCIMU, dato l’apprezzamento dimostrato dagli USA per i prodotti italiani e la loro capacità produttiva interna, insufficiente a coprire la domanda. Tuttavia, rimane il problema dell'”incertezza”, che rappresenta il principale deterrente agli investimenti.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.