L’incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, organizzato all’ultimo momento e previsto per martedì, copre un’agenda ricca e profonda. Questo va ben oltre i simboli spesso enfatizzati dai media italiani, che si concentrano sulle relazioni personali tra i leader, pur avendo queste ultime scarso impatto nei contesti politico-diplomatici.
La scelta di tenere il vertice a Roma, e non a Parigi, non è casuale e riflette la posizione attuale delle due leadership. Oggi, il presidente francese appare indubbiamente più vulnerabile della premier italiana, soprattutto sul fronte interno. Proprio per questo, la visita a Roma arriva dopo il viaggio in Vietnam, che mediaticamente si è rivelato poco fortunato a causa dell'”affaire Brigitte”, inserendosi in una serie incessante di spostamenti all’estero.
Nonostante il presidente francese mantenga la competenza istituzionale sulla politica estera, ha perso il controllo del governo e dell’Assemblea nazionale. Inoltre, a solo una settimana dall’incontro con Meloni, si avvicina l’anniversario delle elezioni europee che hanno indebolito Macron e gettato la Francia in un caos sempre più marcato e senza apparenti vie d’uscita per l’Eliseo.
Meloni, da parte sua, ha confermato un anno fa il suo successo elettorale del 2022. Dopo aver ospitato il G7, ha superato un’intensa sfida con Macron e l’allora cancelliere tedesco Olaf Scholz riguardo una riorganizzazione nella Commissione Ue. Tuttavia, il cambiamento geopolitico causato dal ritorno di Donald Trump a Washington ha avuto ripercussioni anche su Palazzo Chigi, sebbene in misura minore rispetto a Parigi o Berlino.
L’allineamento del governo italiano con la nuova amministrazione americana ha creato tensioni in Europa, soprattutto riguardo l’iniziativa anglo-francese in Ucraina e la crescente ostilità verso Israele a Gaza. Meloni intende rafforzare la percezione dell’Italia come membro affidabile dell’UE, specialmente in vista delle negoziazioni con gli USA sui dazi, e moderare la sua posizione pro-Netanyahu a partire dal 7 ottobre 2023.
Sul tavolo del vertice Meloni-Macron ci saranno sicuramente temi cruciali come ReArm e il passaggio all’energia nucleare pulita, che potrebbero ridisegnare il panorama politico europeo. Queste decisioni influenzeranno gli aggiustamenti nei parametri di stabilità economico-finanziaria, un tema caldo per l’Italia e molto critico per la Francia.
Inoltre, l’incontro italo-francese si svolge in un clima di speculazioni mediatiche su un possibile riavvicinamento tra Meloni e Merz, anche in vista di una collaborazione tra Ppe e la destra conservatrice dell’Ecr in Parlamento europeo e un supporto strutturato alla Commissione di Ursula von der Leyen.
Non è chiaro se verranno menzionati i nomi di Stellantis, Generali e BancoBpm, ma la discussione potrebbe sorprendentemente toccare questi temi.
Recentemente, Stellantis ha nominato un nuovo CEO italiano, Antonio Filosa, sostituendo il franco-portoghese Carlos Tavares, in un contesto di crescenti voci di mercato su una possibile fusione con Renault, idea che sarebbe supportata dall’Eliseo. Parallelamente, ci sono stati continui appelli congiunti tra John Elkann e il CEO di Renault, l’italiano Luca de Meo, per una maggiore sostenibilità nell’UE.
Un altro tema importante è l’iniziativa delle Generali di unire le sue attività di asset management con quelle del gruppo francese Natixis, spinta dal CEO Philippe Donnet, nonostante l’opposizione di alcuni gruppi italiani. Questa è una questione di grande interesse per il governo italiano, che sta monitorando attentamente le dinamiche di controllo del risparmio nazionale.
Infine, il governo italiano sta bloccando con il golden power un’offerta non concordata di UniCredit su BancoBpm. La possibilità di un’aggregazione bancaria italiana rimane al momento in sospeso, mentre il controllo del Banco è stato acquisito tramite una mini-scalata di borsa da parte del gruppo francese Credit Agricole.
P.S.: non è ancora chiaro se durante la visita a Roma, Macron incontrerà anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e/o Papa Leone XIV in Vaticano. Una visita al Quirinale non sarebbe sorprendente, dato il “trattato di amicizia” firmato nell’autunno 2021 tra Macron e Mattarella, con la controfirma di Mario Draghi, all’epoca primo ministro tecnico.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.