Dopo un periodo di attesa e incertezze, è emerso che il Banco BPM si appresta a diventare parte integrante di Numia, una nuova entità nel settore dei pagamenti digitali e dei dispositivi POS che si è recentemente introdotta sul mercato italiano. Il suo obiettivo è quello di conquistare uno spazio in un settore attualmente dominato da Nexi. Le informazioni pubblicate dal Il Messaggero indicano che dal primo settembre, terminato l’embargo sui pagamenti digitali, Banco ha la libertà di procedere con i piani annunciati in precedenza, nel giugno scorso, quando venne rivelato l’intento di entrare nella compagine azionaria del provider.
Per capire meglio, l’intesa tra Banco BPM e Numia era già nota da giugno, ma si è dovuto attendere fino a luglio per avere conferme ufficiali quando il Corriere ha validato l’operazione. Il provider è stato creato grazie all’investimento del fondo FSI e di ICCREA, detentori rispettivamente del 60% e del 40% delle azioni, e con l’ingresso di Banco è riuscito a ottenere circa il 12% del mercato italiano dei pagamenti digitali, gestendo circa 4,5 milioni di carte tra credito e debito, 200mila Pos e transazioni per un totale di 65 miliardi di euro, generando un fatturato di un miliardo di euro.
Il piano di crescita di Numia al fianco di Banco BPM: “130 mld di transazioni, 9 mln di carte e 400mila Pos”
L’ingresso di Banco BPM nella struttura di Numia ha leggermente modificato la composizione azionaria, con l’istituto bancario e Iccrea che ora detengono circa il 28,6% delle azioni ciascuno, mentre l’azionista di maggioranza rimane FSI con il 43%. Questa mossa ha dato il via a una sfida diretta a Nexi, che attualmente con Worldline controlla quasi tutto il mercato delle transazioni italiane. Numia ha pianificato una significativa espansione mirando a diventare il secondo operatore del mercato, posizione precedentemente occupata dalla stessa banca che ora si sta disimpegnando.
Il futuro sviluppo di Numia al fianco di Banco BPM è stato delineato dall’amministratore delegato Fabio Pugini, citato sempre dal Corriere, che ha parlato di un “nuovo piano industriale” previsto per essere presentato entro la fine dell’anno. Questo piano prevede investimenti sostanziali, per decine di milioni di euro, destinati a migliorare infrastrutture, prodotti e servizi. Inoltre, considerando che in Italia i pagamenti elettronici rappresentano meno del 50% del totale, Pugini si è impegnato a raggiungere, entro il 2027, circa 130 miliardi di transazioni (con un valore di 2 miliardi di euro), 9 milioni di carte e 400mila Pos.
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Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.