Quindi, è ufficiale. Il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Unione Europea con una maggioranza del 52%

Quali sono quindi i punti chiave di cui ogni azienda dovrebbe tener conto per gestire un progetto di cambiamento così epocale?

Con la decisione ultima di uscita dall’Unione Europea, le imprese finanziarie devono perseguire una solida strategia al fine di mitigare possibili effetti collaterali negativi. Vediamo insieme i punti chiave:

  • Valutazione della gestione organizzativa. Il processo di mappatura delle regole future rispetto al modello operativo attuale e di identificazione delle lacune sarà un compito complesso e deve essere iniziato al più presto . Le aziende più competitive sapranno riconoscere l’impatto sui loro sistemi e controlli e reagire velocemente riducendo al minimo i disagi.
  • Revisione del P&L. Le aziende dovranno essere disposte a spendere di più. I costi aumenteranno in tutti i settori quindi i budget e le previsioni dovranno tener conto anche di worst case scenario. Scenari what-if dovranno essere valutati tenendo conto un aumento del costo di base per i prossimi tre anni. Le implicazioni di tali aumenti possono imporre alle imprese di rivalutare i loro piani strategici futuri.
  • Tracker in merito al rischio Brexit. La direzione dovrebbe essere in grado di creare un impact assessment globale per tenere conto di molteplici rischi: di mercato, di controparte, di liquidità, operativo, legale, includendo il rischio Brexit. Mentre il processo Brexit prende il via, dovrà essere riallineata la governance, rivisti i team di lavoro, ridefiniti distributori, clienti e fornitori.
  • Check up della capacità di cambiamento regolamentare. Il Consiglio di Amministrazione dovrà chiedere ai propri senior managers di rendersi flessibili nella gestione del cambiamento e valutare il superamento di “worst-case” scenario estremi. E’ necessario un set completo di processi e sistemi per monitorare, interpretare e sviluppare una strategia attuativa. I processi esistenti di gestione del cambiamento normativo non sono sufficienti poiché le funzioni di “change management” sono già cariche di lavoro nel day-to-day.
  • Servizi professionali. Ottenere una consulenza di alta qualità è essenziale. L’impegno dei migliori professionisti della gestione legale e del change management sarà la chiave per iniziare il percorso di adattamento alla nuova realtà.
  • Gruppi di lavoro. Siccome l’intero mercato affronta gli stessi ostacoli, sviluppare un fronte comune può consentire una risposta collettiva. Ogni impresa dovrà lavorare sia sul lato competitivo che non, mentre le associazioni di categoria dovranno scendere in campo con la corretta rappresentanza.
  • Gestione del cambiamento normativo. I programmi di “change” gestiti attraverso attività a silos dovranno essere rivisti. Senza le persone giuste in questi ruoli il livello di rischio aumenterà considerevolmente e la società farà fatica a muoversi rapidamente per immagazzinare le informazioni e reagire in  tempi stretti.
  • Interpretazione della normativa. Istituire un sistema di interpretazione normativa sarà essenziale, in quanto nuovi diritti e responsabilità, che in precedenza erano garantiti sotto il regime normativo dell’UE, entreranno in gioco. Ridurre al minimo l’incertezza sarà essenziale per evitare interruzioni di un flusso costante di attività di business.
  • Gestione degli standard internazionali. Conciliare gli standard internazionali insieme ai requisiti di equipollenza locali richiederà sforzi continui da parte delle imprese.
  • Strategia Regolamentare. Lo sviluppo di una strategia globale sulla parte regolamentare sarà cruciale. Una gestione accentrata faciliterà la visione globale al fine di evitare sovraccarichi e di essere sopraffatti dalla revisione di policy.

Questo piano in 10 punti è solo un punto di partenza per quelle imprese che al momento possano sentirsi disorientate. Nonostante ció solo col passare del tempo che tutte le variabili sconosciute del processo di uscita si faranno più evidenti.

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