Pubblicazione del Documento per la consultazione

A cura di Michele Trifiletti, Responsabile del Sistema dei Controlli Interni Chaabi Bank Succursale Italia.

Ogni eventuale parere espresso è personale e non vincola in alcun modo l’azienda.

In data 29 settembre 2017, Banca d’Italia ha pubblicato il documento per sottoporre a consultazione pubblica le Linee Guida per le banche italiane Less Significant (LSI[1]) italiane in materia di gestione di crediti deteriorati.

Obiettivo delle linee per banche Less Significant

Le Linee Guida (che potrebbero essere integrate nel corso del 2018 su riserva di Banca d’Italia) sono coerenti con la “Guidance to banks on non performing loans”, rivolta alle banche Significant, recentemente pubblicata dal SSM. Sintetizzano quanto la Vigilanza si aspetta in materia di gestione degli NPL e si pongono in sostanziale continuità con l’approccio di supervisione sinora seguito dalla Banca d’Italia.

L’obiettivo, quindi, è di dare impulso a una gestione più attiva dei crediti deteriorati anche da parte delle banche “less significant” che, in base al principio di proporzionalità, sono pertanto invitate a valutare la sostanziale rispondenza del proprio assetto rispetto alle raccomandazioni e, ove necessario, ad adottare opportune misure per recepirle; eventuali scostamenti dovranno essere motivati su richiesta dell’Autorità di vigilanza.

Fermo restando che le raccomandazioni sono rivolte a tutte le LSI, le linee guida assumono particolare rilievo per le banche connotate da una elevata incidenza degli NPL. Per individuare queste banche, la Vigilanza utilizzerà sia una pluralità di indicatori, sia considerazioni di carattere qualitativo.

Indicazioni delle linee guida

Le linee guida si soffermano sulla strategia e sulla Governance che le LSI dovrebbero adottare. Di seguito proponiamo le macro indicazioni riportate sulle stesse:

Strategia di gestione degli NPL

Sulla base delle proprie capacità gestionali, del contesto esterno, delle caratteristiche dei portafogli deteriorati, le LSI devono dotarsi di una strategia formalizzata di gestione degli NPL che deve individuare la combinazione ottimale tra le diverse azioni possibili per il recupero, ossia:

  • gestione interna o affidamento a intermediari specializzati nel recupero crediti;
  • ristrutturazione e rilascio di concessioni (forbearance);
  • acquisizione di garanzie;
  • procedure legali o stragiudiziali;
  • cessioni (incluse le operazioni di cartolarizzazione) con derecognition contabile e prudenziale delle attività cedute.

In particolare, le banche dovranno predisporre piani operativi di gestione degli NPL di breve (indicativamente 1 anno) e medio/lungo periodo (indicativamente 3/5 anni), in cui siano definiti gli obiettivi di chiusura delle posizioni (incluso il ritorno fra le esposizioni creditizie in bonis) e le azioni da intraprendere (ad esempio affidamento di posizioni o portafogli a gestori esterni specializzati; cessioni sul mercato; ecc.) per il raggiungimento degli stessi.

Gli obiettivi devono essere stabiliti almeno in termini di livello di NPL al lordo e al netto delle rettifiche di valore, in valore assoluto e in percentuale del totale delle esposizioni creditizie verso la clientela.

Per le LSI di maggiore complessità, potrebbe essere altresì opportuno segmentare i portafogli in modo da favorire trattamenti appropriati per i diversi sottoportafogli di NPL (ad esempio, in base alla tipologia di clientela, alla forma tecnica, alla rilevanza della posizione).

La Vigilanza si attende che le banche adottino una politica consapevole e attiva di gestione dei crediti deteriorati al fine di una riduzione significativa degli NPL, pur non richiedendo una riduzione indiscriminata e immediata.

Le strategie adottate devono pertanto essere supportate da solide analisi quantitative, che, tenendo conto del contesto aziendale, evidenzino i vantaggi e gli svantaggi tra le possibili alternative.

Governance e assetto operativo per la gestione degli NPL

L’organo con funzione di supervisione strategica dovrà avere piena consapevolezza ed è necessario il pieno coinvolgimento nella definizione e nel monitoraggio della strategia di gestione degli NPL. Pertanto, tale organo dovrà:

  • definire e aggiornare il piano annuale;
  • effettuare valutazioni almeno trimestrali;
  • deliberare sui criteri di valutazione e gestione degli NPL;
  • definire gli obiettivi gestionali delle unità responsabili della gestione NPL precedentemente individuate, verificando che l’assetto organizzativo prescelto limiti i margini di discrezionalità gestionale dei soggetti coinvolti nella classificazione, valutazione e gestione degli NPL in presenza di conflitti di interesse.
  • definire e approvare sistemi oggettivi di selezione delle controparti esternalizzate addette alla attività di recupero e monitorare l’efficacia dell’attività svolta
  • assicurare adeguati controlli interni sui processi di gestione degli NPL.

Le banche dovranno adottare presidi per assicurare che le posizioni deteriorate siano gestite in maniera tempestiva e appropriata, organizzando lo svolgimento delle attività di originazione dei crediti e di gestione delle esposizioni deteriorate in modo da mitigare i conflitti d’interesse.

Le politiche aziendali dovranno pertanto disciplinare l’attribuzione della responsabilità delle varie fasi agli opportuni centri di responsabilità. Per le fasi in cui può essere necessario un coinvolgimento di diversi centri nella gestione delle posizioni, va prevista una attiva collaborazione tra i centri interessati, pur in presenza di una chiara assegnazione delle responsabilità e dei relativi obiettivi. Va cioè previsto un efficace meccanismo di controllo dei conflitti d’interesse, attraverso il coinvolgimento di personale o strutture decisionali indipendenti.

Allo stesso modo occorre adottare opportuni accorgimenti organizzativi per l’adozione tempestiva delle misure più idonee per la classificazione, valutazione e gestione delle posizioni deteriorate, prevendendo:

  • la formalizzazione di procedure atte a individuare le diverse azioni da intraprendere in presenza di un deterioramento delle posizioni di rischio;
  • l’adozione di un adeguato sistema di preavviso, cui dovrebbero essere collegati flussi di lavoro automatici per la gestione delle posizioni;
  • l’adozione di un sistema di analisi e controllo della performance delle attività di gestione degli NPL;
  • opportune attività di controllo da parte della funzione di controllo dei rischi volte a verificare l’effettiva e corretta applicazione delle politiche aziendali e ad assicurare la qualità dei processi di gestione degli NPL, anche concorrendone alla definizione;
  • regolari verifiche da parte della funzione di internal audit sull’adesione alle politiche in materia di NPL.

Misure di concessione

Al fine di massimizzare l’efficacia delle misure di concessione (forbearance), le banche dovranno individuare tempestivamente la soluzione migliore in relazione al caso specifico, fermo restando che tale decisione non deve rappresentare un espediente per ritardare la classificazione di un’esposizione creditizia fra quelle deteriorate.

La decisione di adottare misure di concessione dovrà scaturire da un confronto tra responsabili di funzioni diverse, come detto sopra, e dal confronto con le altre strategie di gestione.

Classificazione

 Le banche formalizzano criteri applicativi delle rilevanti disposizioni di vigilanza in materia di classificazione dei crediti al fine di assicurare una corretta individuazione e rappresentazione dei rischi. In tale ambito, le banche:

  • definiscono criteri applicativi per il conteggio dei giorni di scaduto delle esposizioni in linea con le disposizioni regolamentari applicabili;
  • stabiliscono un elenco di indicatori e soglie per determinare la classificazione a inadempienza probabile, in linea con quanto previsto dall’art. 178 della CRR e dalle Guidance per le SI;
  • definiscono criteri applicativi per l’individuazione, la classificazione e il rientro in bonis delle esposizioni oggetto di concessioni;
  • assicurano il trattamento coerente dei gruppi di clienti connessi.

In caso di gruppi bancari, deve essere assicurata la coerenza dei criteri di classificazione adottati da tutte le entità del gruppo.

Rettifiche di valore e cancellazioni contabili

Le banche dovranno definire i criteri per individuare le posizioni le cui rettifiche di valore specifiche vengono determinate in maniera forfettaria (ad esempio, per le posizioni inferiori a un certo importo), individuando metodologie e parametri da utilizzare per la stima dei relativi accantonamenti, cessioni, stime e cancellazioni individuati e aggiornati attraverso analisi statisticamente robuste, che tengono conto anche dell’osservazione storica dei dati differenziati per tipologie di portafogli.

Valutazione delle garanzie immobiliari

Al fine di una corretta valutazione delle garanzie immobiliare, le linee guida invitano le banche a:

  • avvalersi di periti – interni o esterni – indipendenti, da punto di vista organizzativo, dal processo di concessione del credito e che abbiano le necessarie qualifiche e competenze, evitando un’eccessiva concentrazione delle valutazioni su uno o pochi soggetti;
  • controllare l’operato dei suddetti periti;
  • verificare con cadenza almeno annuale il valore degli immobili posti a garanzia degli NPL; anche utilizzando metodi statistici per il calcolo del valore degli immobili in garanzia, purché le esposizioni abbiano un valore lordo non superiore a 150.000 euro.

Base dati degli NPL

È essenziale che le banche dispongano di una adeguata base dati informatica in cui registrare e gestire i dati rilevanti sugli NPL, indispensabile per l’adozione di decisioni gestionali consapevoli e tempestive nonché per controllare e ottimizzare la performance dell’attività di gestione.

Pertanto è necessario che siano disponibili in maniera organizzata sia le informazioni che consentano di verificare lo stato di avanzamento delle procedure gestionali/di recupero e i relativi interventi effettuati, sia le informazioni di dettaglio relative alle garanzie che assistono le posizioni e che consentano di effettuare una valutazione sui flussi di cassa attesi, e quindi, sul grado di recuperabilità delle esposizioni stesse.

Una base dati rispondente alle caratteristiche sopra indicate è funzionale anche per una eventuale analisi da parte di investitori interessati ad acquistare una quota del portafoglio NPL. La segnalazione granulare sulle posizioni in sofferenza e l’archivio sulle perdite storicamente registrate sulle posizioni in default, previsti dalla Banca d’Italia, costituiscono un utile punto di partenza per la definizione della base dati.

[1] Al 30 giugno 2016 le less significant institutions (LSI) italiane, vigilate direttamente dalla Banca d’Italia nell’ambito del meccanismo di vigilanza unico europeo (SSM), erano 462, di cui 355 banche di credito cooperativo (BCC). Alle LSI facevano capo circa 8.700 sportelli e 74.000 dipendenti bancari in Italia, su un totale di circa 29.000 sportelli e 292.000 dipendenti per l’intero sistema bancario italiano; alle LSI, inoltre, era riconducibile una quota del totale attivo del sistema pari al 18 per cento. Il valore del totale attivo per una LSI era in media di poco superiore a un miliardo, contro 165 miliardi per una significant institution (SI) media. (Fonte: BankIT)