Dopo aver visto i documenti in consultazione sul Rischio Operativo e sul Rischio di Credito, passiamo ad approfondire il Pillar 3, il pilastro focalizzato sulla disclosure, secondo le modifiche proposte dal Comitato di Basilea con un documento di consultazione pubblicato a Marzo 2016.

UN BREVE EXCURSUS

Il 1° gennaio 2014 entrava in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (detta anche CRR) e nella Direttiva 2013/36/UE (anche CRD), che trasponevano nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria, e definito framework di Basilea 3.

Si manteneva l’approccio su tre Pilastri, già contenuto nella fase di Basilea 2, e, tra le varie modifiche apportate, si integrava il terzo pilastro con aggiunte tese ad introdurre più trasparenza e maggiori informazioni sulla composizione del capitale regolamentare e sulle modalità con cui le banche calcolavano i ratios patrimoniali.

L’art. 433 della CRR prevedeva che le banche pubblicassero le informazioni al pubblico previste dalla normativa comunitaria almeno su base annua, congiuntamente ai documenti di bilancio, con la possibilità di pubblicazioni più frequenti sui “Fondi propri” (art. 437) e sui “Requisiti di capitale” (art. 438), nonché sull’esposizione al rischio o su altri elementi suscettibili di rapidi cambiamenti.

Gli obblighi informativi sono stati dettagliati da Banca d’Italia nel Titolo IV della Circolare n.263 del 27 dicembre 2006, che comprende anche una serie di 15 tabelle di dettaglio, nell’Allegato A. Banca d’Italia stabilisce che le informazioni devono essere pubblicate attraverso il sito internet proprio o della rispettiva associazione di categoria, oppure tramite la stampa. Le informazioni devono essere pubblicate almeno una volta l’anno, entro i termini previsti per la pubblicazione del bilancio.

Si specifica poi che gli Istituti Bancari autorizzati ad utilizzare i sistemi interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali sui rischi di credito od operativi devono aumentare la frequenza ad almeno ogni sei mesi per le informazioni di carattere qualitativo ed almeno ogni tre mesi per le informazioni di carattere quantitativo (secondo quanto previsto dalle tavole 3 e 4), relative al patrimonio di vigilanza ed all’adeguatezza patrimoniale.

E’ possibile aumentare ulteriormente tale frequenza, sulla base di considerazioni sull’attività svolta, l’eventuale presenza in diversi Paesi o settori finanziari, la partecipazione a mercati finanziari e a sistemi internazionali di pagamento, regolamento e compensazione, la volatilità del valore delle esposizioni.

IL POSSIBILE FUTURO DEL PILLAR 3

Dopo una review avviata nel Giugno 2014, con la pubblicazione da parte del Basel Committee on Banking Supervision (BIS) del documento dal titolo “Review of the Pillar 3 disclosure requirements – consultative document”,  è stato recentemente indirizzato un ulteriore step di modifica della disciplina, con due documenti:

  • Revised Pillar 3 disclosure requirements”, di Gennaio;
  • Pillar 3 disclosure requirements – consolidated and enhanced framework” (consultation paper), di Marzo.

Il capitolo 4 del documento di consultazione ricorda che:

  • i requisiti si applicano a livello consolidato;
  • in termini di frequenza “frequencies vary between quarterly, semiannual and annual reporting depending upon the nature of the specific disclosure requirement”;
  • le informazioni riportate devono essere soggette allo stesso processo di review e controlli utilizzati per le produzione dei dati finanziari.

Ma gli obiettivi principali della revisione possono essere sintetizzati in tre punti:

  • sviluppare un cruscotto di metriche chiave da fornire agli utilizzatori;
  • introdurre modifiche del Pillar 3, inevitabilmente legate alle evoluzioni della regolamentazione prudenziale;
  • consolidare tutti gli obblighi informativi già in essere e futuri, in particolare per: composizione del capitale, rapporto di leva, Liquidity Coverage Ratio, Stable Funding Net Ratio, indicatori per la determinazione del G-SIB, riserva di capitale anticiclica e di remunerazione. L’allegato al documento, infatti, include la “Overall list of Pillar 3 disclosure requirements (including those introduced in January 2015)”.

La consultazione verrà chiusa il 10 Giugno 2016 e ComplianceJournal ne seguirà le evoluzioni.

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