Le autorità europee sembrano molto preoccupate dalla crescita di investimenti aventi come sottostante le critpovalute. In aprile 2018, il Parlamento europeo ha votato a favore della necessità di aggiornare la normativa al fine di prevenire l’uso di criptovalute nel riciclaggio di denaro e nel finanziamento del terrorismo, affrontando il tema dell’anonimato in questa nuova tecnologia.

Con diverse comunicazioni, l’ESMA ha allertato sui rischi di tali investimenti per la clientela retail. Finché, al fine di rendere edotti gli investitori in merito ai pericoli di tali investimenti, le 3 autorità di vigilanza europee hanno emanato un comunicato congiunto spiegando quali siano i rischi connessi al loro utilizzo.

Quali sono i rischi individuati

Volatilità altissima e rischio di bolle

La maggior parte delle criptovalute e valute virtuali è soggetta a un’estrema volatilità dei prezzi e ha mostrato chiari segni di possibili bolle sui prezzi. Se si decide di acquistare queste valute o prodotti finanziari che hanno come sottostanti tali valute, il cliente deve essere consapevole che potrebbe perdere un grande importo, o anche tutto il denaro investito.

Assenza di protezione

Nonostante i requisiti antiriciclaggio dell’UE, oramai applicabili anche ai fornitori di portafogli e alle piattaforme di scambio di criptovalute (introdotti in Italia con il Decreto Legislativo n° 90, del 25 maggio 2017), questi restano non regolamentati sotto altri punti di vista (ad esempio, le piattaforme di scambio di criptovalute o i portafogli digitali per contenere, archiviare e trasferire criptovalute non sono regolamentati).

Questo significa che il cliente che acquista o detiene criptovalute non può beneficiare delle garanzie associate alla regolamentazione finanziaria europea. Ad esempio, se una piattaforma di scambio o un fornitore di portafoglio digitale fallisce, o è soggetto ad un attacco cyber, o ad appropriazione indebita di fondi o a perdita di beni, la normativa per ora non offre nessun tipo di protezione.



Mancanza di opzioni di uscita

Se un cliente decide di acquistare criptovalute, vi è il rischio di non essere in grado di scambiarle con valute tradizionali, come l’Euro.

Mancanza di trasparenza dei prezzi

La formazione dei prezzi delle criptovalute spesso non è trasparente. Vi è quindi un alto rischio di non ricevere un prezzo equo e preciso quando per l’acquisto o la vendita.

Interruzioni operative

Alcune piattaforme di scambio di criptovalute hanno subìto gravi problemi operativi come interruzioni dell’operatività. Durante queste interruzioni, i clienti non hanno potuto comprare e vendere nel momento in cui intendevano farlo, con potenziali perdite a causa della fluttuazione dei prezzi, durante il periodo di interruzione.

Informazioni fuorvianti o non complete

Le informazioni messe a disposizione dei consumatori che desiderano acquistare criptovalute, laddove siano fornite, nella maggior parte dei casi sono incomplete, difficile da comprendere o non descrivono adeguatamente i rischi, risultando quindi potenzialmente ingannevoli.

Non idoneità delle criptovalute per la maggior parte degli scopi degli investimenti

L’alta volatilità, l’incertezza del valore e l’inaffidabilità delle piattaforme di scambio e dei fornitori di portafogli rende le criptovalute inadatte per la maggior parte dei clienti retail, compresi quelli con un orizzonte di investimento a breve termine, e specialmente quelli che perseguono obiettivi a lungo termine come il risparmio per la pensione.

Ulteriori contributi

A maggio, il Policy Department for Citizens’ Rights and Costitutional Affairs, con il supporto del Parlamento Europeo, pubblicava il “Virtual currencies and terrorist financing: assessing the risks and evaluating responses” dove si approfondiscono i rischi legati al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Infatti, la natura di alcune monete virtuali offre una prospettiva nuova per gli attori del terrorismo, per poter trasferire fondi al di fuori del settore regolamentato, presentando anche diversi livelli di anonimato, che facilitano l’occultamento di attività illecite.

Ancora, si pone un problema fiscale, essendo tali strumenti al di fuori dei sistemi di tassazione nazionali.

Una strada ancora da disegnare

Nonostante tutto ciò, il percorso normativo sulle criptovalute sembra essere ancora lungo e cauto. In alcune aree, l’uso di tali monete è particolarmente rilevante. La CNBC ne individua tre principali:

  • Commercio ed estrazione mineraria: la regolamentazione dovrebbe riguardare prevalentemente vengono scambiate e c’è un grande dibattito aperto su come classificare le criptovalute: materie prime o titoli?
  • Crowdfunding e ICO (Initial coin offerings): le ICO sono strumenti per raccogliere fondi, emettendo gettoni digitali in cambio di criptovaluta.
  • Prodotti finanziari: con la crescita delle criptovalute, gli investitori professionali stanno cercando di entrare in questo mercato, dove si presentano però tutti i rischi su elencati e non ancora disciplinati.