Segnale Cruciale per l’Euro Prima delle Elezioni Tedesche: Scopri Cosa Aspettarsi!

Domani è il giorno delle elezioni in Germania

Domani sarà un giorno cruciale per la Germania, che si trova di fronte a un’incertezza politica totale. Le tonalità della campagna elettorale ricordano i turbolenti anni della Guerra Fredda e degli anni di piombo. La situazione economica del paese è quasi senza precedenti, con alcuni indicatori economici addirittura peggiori di quelli registrati durante la pandemia. È certamente una situazione delicata da maneggiare con cura.

Nonostante ciò, il one man show di Donald Trump ha completamente deviato l’attenzione dei media su di sé, lasciando poco spazio ad altri argomenti, se non per alcune esplorazioni nel ridicolo da parte di La Repubblica e i suoi reportage nelle comunità rurali neonaziste. L’attuale crisi legata all’Ucraina aggiunge ulteriore tensione, ma ci sono alcuni fattori underdog che potrebbero avere un impatto significativo sulle elezioni tedesche.

Le dinamiche economiche verso le elezioni

Un elemento rilevante è visibile in un grafico che mostra come l’indice di riferimento tedesco, il DAX, si presenti alle elezioni superando le performance dei due principali indici europei, l’Euro Stoxx 50 e lo Stoxx 600. Più interessante ancora, dal momento dell’annuncio delle elezioni anticipate, l’indice di Francoforte ha superato persino lo Standard & Poor’s 500, posizionandosi meglio della celebre Wall Street.

È riduttivo attribuire questo fenomeno solo all’euforia di un mercato influenzato dalle politiche delle banche centrali, l’espansione dei multipli e una disconnessione dai fondamentali macroeconomici. L’aumento delle performance post-annuncio elettorale e le prospettive di un possibile scioglimento della coalizione rosso-verde tra SPD e Verdi, dopo il ritiro dei Liberali, aggiungono interesse alla situazione.

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Il DAX è storicamente un indice legato all’export, poco incline alle dinamiche finanziarie e più connesso con l’economia reale. Le esportazioni di automobili, prodotti chimici e industriali tedeschi in tutto il mondo sono stati i motori storici dell’economia tedesca. Ora, però, anche i colossi come Volkswagen, Bayer e BASF mostrano una perdita di questa caratteristica distintiva. Cosa si sta quindi valutando?

Potrebbe trattarsi della fine delle politiche energetiche verdi, che hanno gravato enormemente sulle imprese energivore tedesche a causa dell’aumento dei costi energetici dopo l’interruzione del transito tramite l’Ucraina e il sabotaggio del Nord Stream? Oppure un possibile riavvicinamento a Mosca e a Gazprom, come suggerito da Alternative für Deutschland e la tiepida reazione della CDU verso le severe sanzioni? O forse, al contrario, si valuta l’instabilità politica e il lungo periodo di formazione di una nuova coalizione, quasi come se l’assenza di un governo fosse vista come un periodo di grazia da nuove restrizioni e regolamentazioni?

Forse si valuta un piccolo aiuto dall’amico americano, visto che Elon Musk, dichiaratamente a favore di Alternative für Deutschland, ha visto le vendite di Tesla in Germania trasformarsi da un’azione commerciale a una dichiarazione politica. Musk vorrà riconquistare i tedeschi, investendo in una nuova gigafactory?

La BCE e le implicazioni economiche

A pochi giorni dalle elezioni, la BCE ha annunciato perdite per il 2024, superiori a quelle del 2023. Nonostante la BCE non sia a rischio di default, queste perdite saranno registrate e coperte dagli utili futuri. Tuttavia, è la natura simbolica e pratica di queste perdite a essere significativa. A differenza di due anni fa, il fondo per i rischi finanziari è vuoto. Inoltre, le spese totali per il personale e altre spese amministrative sono aumentate, principalmente a causa delle maggiori spese IT legate alla trasformazione digitale e all’aumento delle spese previdenziali.

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La BCE ha anche ammesso la possibilità di ulteriori perdite nei prossimi anni, ma prevede un ritorno agli utili e quindi ai dividendi per le varie banche centrali degli stati membri, attualmente a secco. In un contesto di crisi economica interna paragonabile agli anni della Riunificazione e di totale irrilevanza dell’istituzione europea, come evidenziato dall’affaire ucraino, queste prospettive di continue perdite per la banca potrebbero influenzare le decisioni elettorali?

Il DAX, accelerando dal momento dell’annuncio delle elezioni anticipate, potrebbe quindi anticipare un’Europa politicamente irrilevante e una dissoluzione dell’attuale forma dell’UE ormai inevitabile? Questa situazione potrebbe essere interpretata come un segno di un possibile Germanexit? L’appello quasi disperato di Mario Draghi a fare qualsiasi cosa ma farla subito potrebbe nascondere l’ipotesi di un’UE ormai al termine della sua storia entro il 2026?

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