In Europa si rafforzano le misure contro l’evasione fiscale transfrontaliera. Infatti, con l’obiettivo di un maggiore controllo, l’UE ha introdotto una serie di novità che si spera possano “ostacolare la pianificazione fiscale aggressiva, aumentare la trasparenza tra gli Stati membri dell’UE e garantire una concorrenza più equa per tutte le imprese”.
È di questi giorni l’annuncio dell’ OCSE che altri 31 paesi hanno firmato l’accordo multilaterale per lo scambio automatico di informazioni. Questo rappresenta un ulteriore passo in avanti in un ambito di grande attualità evidenziato da casi di evasione di imposta che hanno coinvolto diverse società.
Cosa c’è di nuovo
Il nuovo pacchetto fiscale a livello UE recentemente proposto ha l’obiettivo di colpire le multinazionali che cercano di approfittare delle lacune delle norme transfrontaliere dirigendo gli utili verso regioni fiscali più convenienti.
I punti chiave del pacchetto sono i seguenti:
- misure per bloccare metodi di evasione fiscale;
- una raccomandazione agli Stati membri su come prevenire gli abusi fiscali;
- una proposta per gli Stati membri di condivisione delle informazioni fiscali sulle multinazionali nell’UE;
- un nuovo processo per la messa in mora dei paesi terzi che si rifiutano di seguire tali regole.
Tuttavia, ottenere l’accordo di 27 paesi sembra davvero molto difficile, dal momento che tutti sono in competizione per attrarre nuovo business.
Un significativo passo avanti
Anche se può essere difficile ottenere un pacchetto concordato all’unanimità, la CRS dell’OCSE rappresenta un significativo passi in avanti.
Un avanzamento in tal senso è stato fatto in merito al segreto bancario. La Svizzera è il più grande centro di ricchezza offshore del mondo, e la lotta per l’accesso al suo sistema bancario da parte di altre autorità è in corso da un paio di anni. Ora, finalmente, dopo aver firmato l’accordo elaborato dall’OCSE e molte trattative, sarà più facile valutare l’evasione fiscale e il trasferimento di fondi illeciti.
Di conseguenza, il governo svizzero può richiedere alle banche di trasferire automaticamente le informazioni alle autorità fiscali nazionali e questo può essere condiviso con altre giurisdizioni.
Nonostante le notizie di notevole riluttanza, e diversi tentativi e campagne nazionali per fermare l’attuazione di condivisione delle informazioni fiscali, la forte pressione a cui la Svizzera è stata sottoposta da altri paesi come la Francia, Stati Uniti, Germania e Regno Unito, ha portato a questo cambiamento.
Il controllo politico e pubblico stanno chiaramente spingendo l’agenda dell’OCSE in avanti e la CRS sta creando un quadro che risponde alle richieste di una maggiore trasparenza e, in ultima analisi, di equità sulle questioni fiscali.