Allarme Default Ucraina: la Crisi Finanziaria Ignorata che Devi Conoscere!

È in corso una grande illusione, un processo di manipolazione collettiva che sta raggiungendo il suo apice. Basta osservare i social network e, purtroppo, anche i media considerati autorevoli. Ignorando come hanno trasformato il funerale di un leader religioso in un rischioso gioco di sedie musicale, principalmente per fornire agli amanti della Schadenfreude un nuovo motivo di derisione con l’esclusione di Emmanuel Macron, siete realmente consapevoli di cosa stia accadendo nel mondo esterno?



Ad esempio, sapete che solo giovedì scorso il governo ucraino e i suoi creditori internazionali non hanno raggiunto un accordo riguardo ai 500 milioni di dollari che Kiev dovrà pagare all’inizio di giugno, secondo un contratto imprudentemente irresponsabile legato a warrant legati al PIL che l’Ucraina dovrà gestire fino al 2041? Avete idea di quanto sia profonda la vera solidarietà verso Zelensky e il suo governo, al di là delle buffonate iconoclaste e quasi blasfeme fatte per le telecamere?



Questi certificati sono stati emessi da Kiev con la convinzione che le condizioni stabilite non sarebbero mai state richieste dalla controparte, grazie al loro status di intoccabili vittime dell’odio russo, garantito dall’amministrazione Biden. Prima dell’arrivo di Donald Trump, il bilancio di guerra di Kiev mostrava solo entrate. E la retorica occidentale, con l’Italia in prima linea, suggeriva che sarebbe stata la Russia a fallire e il rublo a diventare carta straccia.



Vi consiglio di leggere l’ultimo numero dell’Economist per una conferma ufficiale di quanto queste previsioni fossero errate. Ma questo non si può dire, visto che l’ancora intoccabile Mario Draghi è stato il principale divulgatore di tali idee. Quei warrant non generano interessi né capitale: funzionano come i nostri BTP indicizzati all’inflazione, ma in questo caso legati al tasso di crescita del Paese piuttosto che all’inflazione. Naturalmente, tutto questo è garantito dalle generose rimesse anti-Putin dell’Occidente e dalla certezza che Sleepy Joe avrebbe soppresso ogni richiesta di adesione effettiva alle condizioni imposte.

LEGGI  Crisi di Governo "all'italiana" in Germania, nonostante l'ascesa economica!

Kiev ha fatto pesanti promesse per ottenere finanziamenti dai creditori esterni e dai mitologizzati mercati. Era così sicura di non dover pagare, o di farlo solo in un futuro lontano. Tuttavia, una volta che il PIL del paese ritorna ai livelli pre-bellici e il tasso di crescita raggiunge il 3%, le stesse condizioni contrattuali si trasformano automaticamente in un drenaggio di risorse. E questo potrebbe incrementare progressivamente fino alla scadenza del contratto nel 2041.

Per il prossimo anno, il contratto stabilisce che il pagamento non possa superare lo 0,5% del Prodotto Interno Lordo. Ma dal 2026 in poi, non ci sarà più un limite massimo che funzioni come tetto per gli interessi su quel contratto. Inoltre, in base a quanto concordato all’atto della firma per ottenere il maggior credito possibile di fronte a appetitosi premi di rischio, Kiev potrebbe dover pagare una somma pari al 15% di ogni tasso di crescita superiore al 3%, una volta che questo sia stato aggiustato per l’inflazione. E se mai superasse il 4%, potrebbe arrivare fino al 40%.

Ora quel contratto inizia a richiedere i primi pagamenti. Come anticipato, solo 500 milioni di dollari da pagare all’inizio di giugno, rispetto ai miliardi ricevuti da Kiev negli ultimi due anni.

Perché non vogliono pagare? A prescindere dalla loro condotta discutibile, è possibile che non abbiano 500 milioni di dollari in cassa? Il PIL pre-bellico dell’Ucraina era di circa 120 miliardi di dollari. Ovviamente, la guerra ha causato un tracollo, ma quanto hanno compensato quella perdita gli aiuti internazionali dagli USA e dall’UE, prima che Donald Trump interrompesse tutto, rompendo le uova nel paniere dell’intero meccanismo di guadagno (inclusi i propagandisti di Usaid)?

LEGGI  SCUOLA: Sperimentazioni e Concorsi, la Gestione Valditara tra Deroghe e Burocrazia!

È possibile che a Kiev chi gestisce le finanze statali non metta da parte fondi per il debito estero, ma si concentri solo sulla spesa corrente, per garantire un effetto Lauro alla leadership sempre più vacillante? Agiscono forse ad occhio, come gli permetteva Sleepy Joe, forse un po’ ricattabile per qualche laptop di troppo del figlio?

E il mondo che ha esultato per quella foto storica a San Pietro, è consapevole che i mercati di riferimento stanno minacciando Kiev di inadempienza contrattuale e di attivazione della clausola di default su quei warrant per soli 500 milioni di tranche? Noi che avremmo dovuto sudare per Kiev, ora siamo pronti a sacrificarla ai venditori di credit default swap per una manciata di monete, dopo averle garantito così tanto negli ultimi 24 mesi, senza contare il lucro cessante dalla fine del rapporto energetico privilegiato con Gazprom.

Ma si sa, le photo opportunities servono a questo. Mostrare platealmente all’opinione pubblica qualcosa di irrilevante, affinché non guardi ciò che è veramente importante. Mentre dietro le quinte si muovevano gli intransigenti interessi legati a un contratto, proprio mentre Donald Trump e Volodymir Zelensky sceglievano il posto più sobrio e discreto per parlare a quattr’occhi, ecco che Vladimir Putin annunciava come Kursk fosse stata completamente liberata. E la sconfitta militare di Kiev, ormai imminente.

Titoli dei giornali italiani? Putin, pronto a trattare senza pre-condizioni. Grazie, ha già ottenuto tutto ciò che desiderava militarmente e diplomaticamente ex ante, prima ancora di sedersi al tavolo delle trattative! Nessuno ve lo ha detto, perché dovevate interessarvi solo al primo miracolo di Francesco. Blasfemia e ipocrisia vanno a braccetto. Nel frattempo, una strana esplosione in un porto iraniano, che funge da punto di snodo tra il Golfo Persico e l’Oceano Indiano, molto simile a quella del 4 agosto 2020 nel porto di Beirut. E Beirut, che casualmente domenica è stata nuovamente bersagliata dai raid israeliani.

LEGGI  ALLARME IMPRESE: Lombardia in Rivolta! "Senza Nucleare, il Gas Costa Troppo" - Urge Price Cap

Si erano dimenticati di abbattere un edificio-arsenale di Hezbollah. Proprio ora. Tutto in meno di 48 ore. E a noi, resta solo una foto. Storica, naturalmente.

Missione compiuta. La rana è stata bollita a dovere.

— — — —

Articoli simili

Vota questo post

Lascia un commento